Secondo appuntamento stagionale della MotoGP. Il palcoscenico di questa domenica è il nuovissimo circuito di Mandalika, in Indonesia. I piloti hanno avuto l’occasione di familiarizzare con il tracciato grazie ai test invernali, dai quali, però, non è emerso un verdetto “veritiero” a causa delle condizioni atmosferiche avverse.
Tante, troppe, le cadute in questo fine settimana. L’asfalto indonesiano, malgrado la modernità del progetto, sembra non sposarsi al meglio con l’aderenza delle MotoGP. Molte bandiere gialle durante le qualifiche han fatto sì che lo scacchiere di partenza non combaci perfettamente con l’effettivo potenziale dei piloti.
In qualifica, a spuntarla su tutti, è l’iridato Fabio Quartararo. Il francese campione in carica sfrutta al meglio la sua imperfetta Yamaha e si aggiudica la pole position. In prima fila, al suo fianco, le Ducati Pramac di Martín e Zarco.
In seconda fila conferma il suo eccellente stato di forma Brad Binder, seguito dal leader del mondiale Enea Bastianini e dal vicecampione del mondo Pecco Bagnaia. Da KTM a KTM, la terza fila è capitanata da Miguel Oliveira, seguito da Alex Rins e Jack Miller. Chiude la top ten Aleix Espargaró con la sua Aprilia.
In casa Honda l’esperienza indonesiana non regala gioie, il migliore è Marc Márquez in 14ª posizione. Molto sfortunato Franco Morbidelli: nonostante un buon passo non spicca nel giro secco e a causa di una penalità partirà dalla 15ª casella. Tra le altre sorprese dello schieramento di partenza c’è da segnalare Joan Mir: 18° il maiorchino.
La domenica Indonesiana parte alla grande con la vittoria del solito Dennis Foggia in Moto3. Storica vittoria per il thailandese Chantra in Moto2, secondo Celestino Vietti. Il giovane talento della VR46, con 45 punti, è sempre più leader del mondiale. Nelle classi cadette entrambe le gare sono state caratterizzate da una fuga solitaria. E non è una casualità. Sono tanti i piloti che, rodando il circuito, hanno affermato come effettivamente la pista non offra molti punti di sorpasso.
Poco dopo l’alba, in Italia, è il turno della MotoGP. L’inizio della gara, previsto inizialmente per le 8.00 (GMT+1), viene posticipato a causa di un acquazzone tropicale che ha reso impraticabile il tracciato.
Nel warm-up antecedente alla gara, Marc Márquez, è protagonista di un terribile highside. Lo spagnolo, preoccupato dopo la caduta, viene dichiarato “unfit” per gareggiare. L’otto volte campione del mondo farà ritorno a Barcellona per degli accertamenti.
Dopo oltre un’ora di attesa, tra fulmini in pista (qui ci sarebbe da rivedere le condizioni dei parafulmini indonesiani) e donne che professano la danza del sole, la Safety Commission dà il via libera alla partenza della MotoGP alle 9.15 (GMT+1).
Inizia, finalmente, la MotoGP: cominciano i 20 giri di Mandalika.
L’asfalto sembra drenare la pioggia molto velocemente, l’esito della gara è imprevedibile. Partenza strepitosa di Miguel Oliveira e Jack Miller, entrambi sfruttano un’indecisione iniziale di Quartararo. Per Ducati, salvo Miller, la partenza è un disastro. L’australiano è l’unico pilota di casa Borgo Panigale ad aver guadagnato terreno dopo il via.
Primi giri da incubo per Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini, quest’ultimo addirittura fuori dalla zona punti. C’è chi scende e c’è chi sale, le due Suzuki sotto la pioggia danno spettacolo: Rins e Mir si inseriscono nelle posizioni che contano alle spalle del podio.
Nel frattempo, lì davanti, Miller e Oliveira prendono margine. Non a caso, l’australiano e il portoghese, sono due specialisti del bagnato. La KTM sembra averne di più, difatti è proprio Miguel Oliveira a prendersi il fardello di comandare la gara.
Molte moto perdono di aderenza, i posteriori vacillano, tante emozioni e tantissimi rischi. L’errore è dietro l’angolo. Il primo a fare i conti con le condizioni del tracciato è Jorge Martín che all’ottavo giro scivola via: seconda caduta stagionale per lui. Sfortunato. Problema tecnico anche per Andrea Dovizioso, costretto al ritiro.
La lotta per il terzo posto è tutt’altro che scontata: Zarco tiene la posizione, con Quartararo e le due Suzuki subito dietro. Con il passare dei giri, persino il secondo posto di Miller sembra alla portata: il francese della Pramac lo mette nel mirino.
Con Miguel Oliveira sempre più leader della corsa, il focus della gara si sposta sui gradini più bassi del podio. Zarco riprende Miller, breve bagarre tra i due che culmina in un nulla di fatto poiché, alla fine della fiera, han perso solo del tempo prezioso. Chi ne gioisce è Quartararo che recupera loro diversi secondi, sorpassandoli entrambi agevolmente.
Commette qualche errore di troppo Pecco Bagnaia che scivola nelle retrovie. Bellissima, invece, la bagarre per l’ottava posizione del gruppetto composto dalle coppie dei fratelli Binder-Espargaró e da Bastianini.
Nel finale, El Diablo sembra inferocito. L’iridato gira come un forsennato, ma non abbastanza da impensierire la prima posizione di Miguel Oliveira. Nella lotta per il terzo posto, Zarco archivia la questione Miller. I primi tre piloti tagliano “in solitaria” il traguardo.
Capolavoro sportivo di Miguel Oliveira che offre una bellissima lezione di guida sul bagnato a tutti i suoi colleghi. Il portoghese vince e convince: KTM dà un forte segnale in ottica mondiale.
I primi 15 classificati MotoGP:
Luca Lazzaro
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Nasce a Catania nell’ottobre del ’98. Muove i primi passi nello sport alla tenera età di 6 anni, iniziando a giocare a calcio. Abbandona successivamente il mondo del pallone intorno alla maggiore età per concentrarsi negli studi. Grazie alla complicità del padre e dei fratelli maggiori, inizia ad appassionarsi al motociclismo; ma è dalla mamma che prende la vocazione della scrittura. Diplomatosi al liceo linguistico Principe Umberto di Savoia, decide di proseguire la sua formazione frequentando il corso di laurea in Scienze e Lingue per la comunicazione Internazionale affinché possa realizzare il sogno di diventare giornalista sportivo. Amante del mondo hi-tech, della fotografia e della musica, senza distinzione di genere alcuno. Una sua peculiarità? Adora l’arancione. Un difetto? Il suo lieve disturbo ossessivo compulsivo, una lama a doppio taglio che lo conduce dritto al suo motto: «Una cosa o la fai bene, o non la fai.»