Manca poco meno di una settimana per il gran ritorno della MotoGP. Dopo una lunga attesa, i motori cominciano a scaldarsi. Tanti gli appuntamenti previsti: saranno 21 le gare da disputare. Cambia anche il numero di piloti sullo schieramento di partenza: ben 26, wildcards escluse.
Le principali novità strutturali riguardano il VR46 Racing Team, il quale abbandona lo sponsor Sky dopo 7 anni a favore di “Mooney”. Le Desmosedici targate VR46 si dipingono di giallo fluo misto al nero: giovani ed eleganti, riusciranno Luca Marini ed il rookie Marco Bezzecchi a sfruttare il buon momento della casa di Borgo Panigale?
Cambio d’abito in casa Aprilia che interrompe la partnership con il team Gresini. Quest’ultimo sposa la causa Ducati, portando ad 8 il numero delle Desmosedici in pista (record all-time per un team costruttore). La casa di Noale si mette in proprio mantenendo in sella Aleix Espargaró e Maverick Viñales. Impressionanti i test pre-season dei due spagnoli, i numeri parlano chiaro: con questi ritmi, le due Aprilia, lotterebbero per il mondiale.
D’altro canto, il team Gresini, non resta a guardare: il rookie Fabio DiGiannantonio affianca l’ormai maturo Enea Bastianini. La nuova livrea grigia a tinte rosse della Desmosedici ha tante potenzialità per le giovani ambizioni dei due piloti italiani: i test lo confermano. Dopo i due podi dell’anno scorso, Enea ha alzato l’asticella.
In Ducati ufficiale rimangono Francesco Bagnaia e Jack Miller. A seguito dei passi in avanti dell’annata appena trascorsa, questa, per Ducati, punta ad essere la stagione della consacrazione. La moto di Borgo Panigale si è rivelata essere completa, dinamica e adatta a tutti i circuiti: lo dimostrano i risultati conseguiti. Ducati abbandona definitivamente l’etichetta di moto statica e rigida, abbracciando la qualità a tutto tondo che l’ha portata a splendere laddove non aveva mai fatto prima.
Discorso inverso per Yamaha e Suzuki. Yamaha non riesce a sviluppare un motore che soddisfi il campione del mondo MotoGP Fabio Quartararo e Franco Morbidelli. Suzuki, dal canto suo, non coglie a pieno i frutti dell’ottimo lavoro maturato nel 2020, culminato con il titolo mondiale di Joan Mir. La sensazione è che Suzuki, dopo la separazione con il team manager Davide Brivio, abbia perso la sua magia. Staremo a vedere.
Attenzione particolare al ritorno di Honda: dopo due anni al di sotto delle aspettative, HRC si rimette in gioco. L’azienda nipponica stravolge tutto: aerodinamica, telaio e motore. Una nuova RC213V è pronta a calcare i circuiti della MotoGP con l’obbiettivo di rilanciarsi nella corsa al mondiale. Le condizioni dell’otto volte campione Marc Márquez parrebbero migliorare, riuscirà a tornare lo stesso alieno che il mondo ha conosciuto?
Passando alla casa austriaca targata RedBull: KTM un po’ sottotono nei test; non per questo da sottovalutare. Ha già dimostrato di saper vincere, contro qualsiasi pronostico, portando sul gradino più alto del podio entrambi i piloti ufficiali. A supporto, quest’anno, nel team satellite KTM Tech3, due volti nuovi: i talentuosissimi rookie provenienti dalla Moto2: Remy Gardner (campione del mondo) e Raúl Fernández (vicecampione).
Tra i team satelliti degni di nota c’è Ducati Pramac, che riconferma la strepitosa coppia Martín – Zarco. Altissime le aspettative dopo la passata stagione: in sella alle loro Desmosedici compongono una delle coppie più competitive in griglia.
Il veterano Andrea Dovizioso si rimette in gioco con l’M1 nel nuovo team satellite WithU Yamaha RNF Racing (ex Petronas) al fianco dell’esordiente Darryn Binder, fratello minore di Brad Binder (KTM). Molte le polemiche per la scelta del sudafricano, protagonista, in negativo, di eventi decisivi per l’assegnazione del titolo Moto3 (categoria in cui militava lo scorso anno).
Nota per i nostalgici: la stagione 2022 è alle porte e sarà la prima orfana del mito di Tavullia, Valentino Rossi. Riusciranno i piloti a raccogliere la sua eredità? C’è davvero margine per assistere all’inizio di un dominio incontrastato come fece Márquez? È evidente come nel corso del tempo il livello dei competitors si sia appianato: è iniziata una nuova era della MotoGP? Il primo appuntamento è fissato domenica 6 marzo a Doha, in Qatar, per scoprirlo.
Luca Lazzaro
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Nasce a Catania nell’ottobre del ’98. Muove i primi passi nello sport alla tenera età di 6 anni, iniziando a giocare a calcio. Abbandona successivamente il mondo del pallone intorno alla maggiore età per concentrarsi negli studi. Grazie alla complicità del padre e dei fratelli maggiori, inizia ad appassionarsi al motociclismo; ma è dalla mamma che prende la vocazione della scrittura. Diplomatosi al liceo linguistico Principe Umberto di Savoia, decide di proseguire la sua formazione frequentando il corso di laurea in Scienze e Lingue per la comunicazione Internazionale affinché possa realizzare il sogno di diventare giornalista sportivo. Amante del mondo hi-tech, della fotografia e della musica, senza distinzione di genere alcuno. Una sua peculiarità? Adora l’arancione. Un difetto? Il suo lieve disturbo ossessivo compulsivo, una lama a doppio taglio che lo conduce dritto al suo motto: «Una cosa o la fai bene, o non la fai.»