Lo scorso 13 novembre tutti i tifosi italiani erano increduli, chi a casa davanti al televisore, chi sugli spalti dello stadio San Siro, chi nelle piazze e nei bar di tutto il paese, per la clamorosa eliminazione dell’Italia dai Mondiali, cosa che non accadeva addirittura dal 1958. Il ko con la Svezia nel doppio spareggio di qualificazione alla fase a gironi della Coppa del Mondo ha rappresentato una pietra tombale per la credibilità del calcio nostrano, già messo a dura prova nel corso degli anni da eventi di varia natura. In particolare, però, l’amaro 0-0 del Meazza che ha premiato gli svedesi, vincitori 1-0 all’andata a Solna, ha segnato l’uscita di scena di Gigi Buffon, in lacrime al termine della gara. Primatista di presenze in maglia azzurra (175) e vincitore di un Mondiale da protagonista nel 2006 in Germania, Buffon aveva da tempo annunciato che non sarebbe andato oltre i Mondiali 2018 e, dunque, chiudeva con amarezza e frustrazione una gloriosa pagina della sua straordinaria carriera calcistica.
Le lacrime di Buffon le hanno versate anche tutti i suoi fan più sfegatati e, più in generale, gli appassionati di calcio italiani, che hanno gioito tante volte di fronte alle autentiche prodezze compiute spesso e volentieri dal numero 1 della Juventus, e che non ci stavano ad accettare l’idea che il loro idolo uscisse di scena in maniera piuttosto ingloriosa. Essendo uno dei calciatori più noti e stimati del globo, la notizia ha scosso gli amanti dello sport di tutto il mondo, e lo stesso Buffon ha fatto fatica a dimenticare quella serata così nefasta. Dopo qualche mese, però, lo scenario potrebbe essere cambiato in positivo: l’Italia non ci sarà ai prossimi Mondiali e dunque Buffon non giocherà più una gara di Coppa del Mondo in carriera, ma il portierone di Carrara starebbe valutando concretamente l’ipotesi di posticipare il suo ritiro dalla Nazionale e dal calcio giocato, in modo da tornare a difendere i pali dell’Italia già per le amichevoli del mese prossimo contro Inghilterra e Argentina e restare il portiere titolare degli azzurri fini agli Europei del 2020. Una notizia che ha reso meno amara la mancata partecipazione dei quattro volte campioni del mondo alla rassegna iridata che si terrà in Russia la prossima estate.
Nonostante abbia compiuto 40 anni il 28 gennaio scorso, Buffon resta uno dei migliori portieri al mondo e continua ad essere un perno insostituibile di una delle squadre più forti d’Italia e d’Europa, la Juventus, attualmente in corsa su tutti e tre i fronti (campionato, Coppa Italia e Champions League). Per ciò che concerne la Serie A, i bianconeri sono secondi in classifica con un solo punto in meno al Napoli e si sono rimessi in corsa per il titolo in seguito a una serie di vittorie preziose, arrivate anche e soprattutto grazie alle parate e al contributo di un Buffon che, pur giocando meno rispetto agli altri anni, alternandosi spesso col vice Szczęsny, resta una garanzia per la Vecchia Signora.
Indimenticabili le sue parate nella vittoria esterna per 1-0 in casa del Lione, che hanno permesso alla Juventus di resistere agli assalti dei padroni di casa. Prodezze da incorniciare quelle compiute dal numero 1 bianconero in terra francese, al pari dell’ottima prova offerta nell’andata della semifinale di Coppa Italia vinta per 1-0 sul campo dell’Atalanta, con tanto di rigore parato al Papu Gómez. Oltre a ciò, Buffon ha rispedito al mittente le tante critiche ricevute per alcune prestazioni sottotono, dimostrando a tutti di essere ancora in gran forma a dispetto degli anni che passano. Nonostante la concorrenza di due colleghi di reparto talentuosi (Szczęsny alla Juventus e Donnarumma in Nazionale), Buffon si è tenuto stretto il posto da titolare in entrambe le squadre, dimostrando sul campo di non essere ancora pronto per uscire di scena.
Del resto, Gigi è uno che sin dal suo debutto tra i grandi con la maglia del Parma ha lavorato tantissimo, diventando in poco tempo uno dei più forti di sempre nel suo ruolo e scalando le vette più alte e apparentemente insormontabili presenti in un mondo del calcio in cui non ci sono certezze né logica. Quest’ultimo non è una vera e propria favola, in cui la vicenda culmina col lieto fine, ma assomiglia più ad un romanzo d’avventura, in cui nulla è scontato, nel bene e nel male. Buffon non sarà tra i protagonisti della prossima Coppa del Mondo, non avrà la possibilità di giocarsi le chance di vincere il trofeo da capitano a 40 anni ed alzarlo al cielo di Mosca, proprio come fece Dino Zoff nel 1982 a Madrid, ma al contempo potrebbe continuare a scrivere pagine di storia del calcio italiano, ad emozionare i suoi numerosi fan e a far ricredere i suoi detrattori ancora per un bel po’.
Se dovesse decidere di giocare almeno altri due anni, Buffon avrebbe un tempo sufficiente per inseguire la vittoria della tanto agognata Champions League e degli Europei, due dei trofei più importanti che il numero 1 non ha ancora vinto nel corso della sua carriera. Oltre a battere tanti altri record e a lottare per titoli a dir poco importanti, Buffon avrebbe modo di divertirsi e divertirci ancora. Se è vero che, come tutti i gloriosi calciatori che hanno militato nel nostro paese, prima o poi dovrà accettare l’idea di uscire di scena, è pur vero che tante situazioni portino a pensare che il classe ’78 sia tutt’altro che sul viale del tramonto e che dal punto di vista fisico e mentale appaia più in forma rispetto a tanti altri ragazzi molto più giovani di lui.
Al di là del lato romantico di un ritorno che sarebbe a dir poco entusiasmante, proviamo ad inquadrare nel dettaglio l’aspetto tecnico-tattico che comporterebbe un reintegro di Buffon in Nazionale. Innanzitutto, pur essendo ancora un portiere piuttosto affidabile, gli anni passano per tutti, dunque è probabile che il numero 1 azzurro possa sparare le sue ultime cartucce e, al contempo, fare da chioccia per l’ascesa di Gigio Donnarumma, da molti considerato suo erede, senza addossare particolari pressioni al classe ’99 in forza al Milan. Il giovanissimo estremo difensore rossonero, infatti, ha già dimostrato di poter diventare uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, ma ha bisogno di accumulare esperienza per poter diventare stabilmente il titolare tra i pali della Nazionale.
Oltre a ciò, la sensazione è che, per quanto in Italia ci siano innumerevoli portieri di grandissimo livello, molti dei quali piuttosto sottovalutati, non ci siano giocatori in grado di sostituire Buffon, almeno nell’immediato. I vari Perin, Viviano, Consigli, Sirigu e lo stesso Donnarumma sono tutti ottimi portieri e in Serie A rappresentano da anni delle autentiche certezze, ma non è certo che possano assumersi l’onere e l’onore di rimpiazzare quello che è stato e resta una pietra miliare del calcio nostrano. Inoltre, il processo di ricostruzione della Nazionale azzurra dopo la fallimentare cavalcata verso i Mondiali di Russia riceverebbe un impulso piuttosto significativo dalla presenza di Buffon, che potrebbe fare da punto di riferimento per i tanti giovani talenti che sognano di indossare la maglia dell’Italia.
Dennis Izzo
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Coordinatore editoriale di Voci di Città, nasce a Napoli nel 1998. Nel 2016 consegue il diploma scientifico e in seguito si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli. Tra le sue tanti passioni figurano la lettura, i viaggi, la politica e la scrittura, ma soprattutto lo sport: prima il calcio, di cui si innamorò definitivamente in occasione della vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006 in Germania, poi il basket NBA, che lo tiene puntualmente sveglio quasi tutte le notti da ottobre a giugno. Grazie a VdC ha la possibilità di far coesistere tutte queste passioni in un’unica attività.
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