L’Inter arriva in finale di Europa League per la prima volta da quando la competizione ha cambiato nome. Per ciò che concerne la vecchia Coppa UEFA, i nerazzurri vantano tre finali vinte su quattro disputate, rispettivamente con la Roma nel 1990-1991 (vittoria per 2-0 a San Siro e ko per 1-0 al ritorno), col Salisburgo nel 1993-1994 (doppio successo per 1-0) e con la Lazio nel 1997-1998 (3-0 al Parco dei Principi di Parigi). L’unica sconfitta in finale risulta quella con lo Schalke 04 datata 1996-1997 (1-0 per i tedeschi all’andata e stesso risultato, ma in favore dell’Inter, al ritorno: a decidere la contesa furono i calci di rigore, che premiarono lo Schalke).
Antonio Conte si affida al suo classico 3-5-2, con la coppia d’attacco Lukaku-Lautaro in grande spolvero. Godin, De Vrij e Bastoni formano il terzetto di centrali a protezione della porta di Handanovic, mentre sulle corsie esterne agiscono D’Ambrosio e Ashley Young (già capace di vincere il trofeo con la maglia del Manchester United nel 2016-2017, pur non scendendo in campo), con Gagliardini, Brozovic e Barella in mezzo al campo.
Il Siviglia, dal canto suo, raggiunge l’atto finale del torneo per la quinta volta negli ultimi quindici anni. Già vincitore della Coppa UEFA nel 2005-2006 (4-0 al Middlesbrough al Philips Stadion di Eindhoven) e nel 2006-2007 (3-1 ai rigori dopo il 2-2 maturato tra tempi regolamentari e supplementari all’Hampden Park di Glasgow), gli andalusi hanno vinto tre Europa League di fila tra il 2013-2014 e il 2015-2016, battendo nell’ordine Benfica (0-0 dopo 180′ e 4-2 ai calci di rigore allo Juventus Stadium di Torino), Dnipro (3-2 a Varsavia) e Liverpool (3-1 a Basilea), risultando dunque la squadra con il maggior numero di successi nella storia della competizione.
4-3-3 per Julen Lopetegui, con il veterano Jesus Navas e il talentuoso Reguilon sulle fasce, Koundé e Diego Carlos al centro della difesa e Bono tra i pali. Fernando, Jordan e l’ex di turno Banega (33 presenze e 6 reti tra campionato e coppe nel 2016-2017 con i nerazzurri) sono i tre centrocampisti titolari, mentre nel tridente offensivo trovano posto l’ex Milan Suso, Luuk De Jong e Ocampos.
Al quarto minuto di gioco, Diego Carlos colpisce Lukaku in area nel tentativo di interromperne la corsa verso la porta: calcio di rigore e cartellino giallo per il centrale brasiliano. Dal dischetto va lo stesso Lukaku, che batte Bono con una conclusione potente e precisa alla sua destra, siglando la sua settima rete in quest’edizione dell’Europa League. L’estremo difensore del Siviglia intuisce, ma non può far nulla per impedire al centravanti belga di segnare il suo gol numero 34 in stagione (eguagliato il Fenomeno Ronaldo per numero di realizzazioni in una singola stagione con la maglia dell’Inter al primo anno).
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La reazione del Siviglia arriva dopo poco più di cinque minuti, ma il calcio d’angolo degli andalusi non sortisce gli effetti sperati. Sugli sviluppi dell’azione successiva, De Jong pareggia i conti con un preciso colpo di testa su cross di Jesus Navas: l’attaccante olandese anticipa Godin e non lascia scampo ad Handanovic. 5′ più tardi gli spagnoli provano a costruire un’altra azione d’attacco, ma il destro di Ocampos da fuori area è debole e centrale.
Poco prima del 20′, l’Inter ha un’ottima occasione, ma D’Ambrosio la spreca, calciando altissimo di prima intenzione, quindi Lautaro in contropiede arriva in area ma non riesce a rimanere lucido al momento della conclusione. A poco più di 10′ dall’intervallo, il Siviglia raddoppia alla stessa maniera con cui aveva pareggiato: sugli sviluppi di un calcio di punizione battut0 dall’ex Banega, De Jong svetta di testa con i tempi giusti e supera nuovamente Handanovic.
Il vantaggio degli andalusi, però, dura pochissimo. Dopo poco più di un minuto, infatti, Godin risponde a De Jong alla stessa maniera e rimette in equilibrio il match: il colpo di testa del centrale uruguaiano su cross di Brozovic punisce Bono e porta il risultato sul 2-2. Secondo gol con la maglia nerazzurra e terzo in carriera in Europa League per l’ex capitano dell’Atlético Madrid, abituato ad andare a segno di testa: nelle menti dei tifosi italiani è ancora vivo il ricordo del gol che eliminò gli Azzurri di Prandelli dai Mondiali 2014 al fotofinish.
Sul finire del primo tempo, il Siviglia ha la chance di andare all’intervallo in vantaggio, ma il colpo di testa di Ocampos finisce alto sopra la traversa, con Handanovic che controlla la traiettoria del pallone. Nella ripresa, da segnalare un tentativo di Ashley Young poco prima dell’ora di gioco: l’ex United prova a calciare di destro da fuori area, col pallone che termina di poco oltre la traversa della porta difesa da Bono. Pochi minuti più tardi il portiere si salva su un tentativo da distanza ravvicinata di Lukaku, opponendosi coi piedi.
A un quarto d’ora dal fischio finale, il Siviglia passa nuovamente in vantaggio, ancora una volta sfruttando un’incertezza della difesa dell’Inter su una palla inattiva: Diego Carlos tenta la rovesciata, Lukaku devia involontariamente la traiettoria del pallone, che finisce in rete. Nel finale Sanchez, subentrato a Lautaro, va vicinissimo al pareggio da pochi passi, con Koundé che salva sulla linea di porta, mentre nel recupero Candreva impegna Bono, guadagnando un calcio d’angolo. Finisce 3-2 per il Siviglia, che vince la sesta finale su sei disputate tra Coppa UEFA e Europa League. La coppa resta lontana dall’Italia per il ventiduesimo anno consecutivo.
Dennis Izzo
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