Sfogliando il grande libro della storia del calcio osserviamo come le vicende di questo sport non sono state caratterizzate soltanto da gol memorabili o autentici colpi di classe, ma anche da infortuni drammatici e tormenti fisici.
Non esiste alcuna differenza tra il ginocchio spezzato di un grande campione oppure una giovane carriera stroncata che lascia in bocca quella sensazione di “cosa fosse successo se…”. Ripercorriamo gli incidenti più celebri del calcio italiano in una raccolta che non pretende l’esaustività ma vuole soltanto raccontare gli episodi che ancora oggi vivono nella memoria di tutti gli appassionati.
Correva l’anno 1981. La Serie A ha da poco riaperto le “frontiere” agli stranieri e sulle casacche delle sedici regine del torneo fanno la loro comparsa i primi sponsor. Durante in campionato 1981-82, quello che precedette il trionfo Mundial, si verificarono due terribili infortuni a distanza di poche settimane l’uno dall’altro.
Carletto Ancelotti all’epoca era soltanto un promettente centrocampista dai piedi raffinati che sognava di prender parte all’imminente Mondiale. E’ una domenica autunnale di campionato come tante altre quando al 9′ di Roma-Fiorentina il ragazzotto di Reggiolo cade a terra malamente e si rompe i legamenti del ginocchio destro. Stagione finita e addio ai sogni mondiali.
Qualche settimana più tardi tocca all’idolo della Fiesole Giancarlo Antognoni incassare un colpo che avrebbe potuto avere un epilogo dai contorni drammatici. Il numero dieci viola rincorre un pallone diretto verso la porta del Genoa. Il disgraziato impatto tra la tempia e il ginocchio alto del portiere in uscita ha come conseguenza una doppia frattura cranica. Il cuore di Giancarlo smette di battere per alcuni, interminabili, secondi. Il medico sociale del Grifone gli salverà la vita e dopo tre mesi Antognoni tornerà a calcare i campi di calcio.
La carriera dei numeri dieci è stata spesso costellata da guai fisici e ripetuti infortuni. Lo sa bene Alessandro Del Piero, che l’8 novembre 1998 si ruppe il crociato al 92′ di Udinese-Juventus. Pinturicchio andrà sotto i ferri e per lui inizierà un lungo periodo di rieducazione che lo riporterà in campo soltanto all’inizio della stagione successiva. Alex si trascinerà i postumi di quell’infortunio per qualche anno prima di tornare ad essere decisivo per le sorti della Juve.
Gli anni Novanta volgono ai saluti e si da il benvenuto al 2000. Il 12 aprile si gioca allo Stadio Olimpico Lazio-Inter, gara d’andata della finalissima di Coppa Italia. Nel secondo tempo Marcello Lippi getta nella mischia Ronaldo, al rientro da un lungo infortunio. Dopo appena sei minuti dal suo ingresso, il Fenomeno esegue uno dei soliti giochi di gambe nei pressi dell’area di rigore avversaria e il suo tendine cede definitivamente. Le urla di dolore del brasiliano ancora oggi riecheggiano nella memoria degli appassionati.
Le rovinose cadute e le seguenti rivincite sono stati i tratti distintivi delle carriere di Ronaldo e Roby Baggio. Scaricato da Lippi all’Inter, il “Divin Codino” nell’estate 2000 si trasferisce a Brescia. Alle soglie dei 35 anni decide quindi di rimettersi in gioco e sognare il ritorno in Nazionale in vista del Mondiale 2002. Durante un Parma-Brescia di Coppa Italia il ginocchio sinistro fa crac e il genio di Caldogno è costretto ad operarsi. Il rientro lampo (77 giorni trascorsi dall’intervento chirurgico) non impressiona il Trap, che lo lascia a casa tra lo stupore generale.
Non meno grave fu l’incidente che coinvolse il mediano del Messina Domenico Giampà nel 2004. Nell’andare a recuperare l’ennesimo pallone, il calciatore andò a sbattere contro i cartelloni pubblicitari posizionati a fondo campo e si “macellò” la coscia sinistra, su cui in seguito saranno applicati ben 140 punti di sutura. Il nostro viaggio nella “galleria dell’orrore” si conclude il 19 febbraio 2006 sul prato verde dell’Olimpico. Francesco Totti viene messo giù duramente dal difensore empolese Richard Vanigli e si frattura il perone, rischiando di non partecipare alla magica notte di Berlino.
Gabriele Mirabella
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