C‘è chi crede all’oroscopo e chi no, c’è chi lo legge per ottimismo e chi per prendersene gioco. Ogni tradizione popolare, anche quella apparentemente più frivola, reca in seno il segno dell’umanità e dei millenni in cui questa si è voluta. Così il periodo che stiamo attraversando si ricorda come quello delle persone nate sotto il segno dell’Acquario. Ma perché si usa proprio questa definizione e perché questo segno zodiacale è sempre raffigurato come un recipiente dal quale sgorga l’acqua? Nello spazio, tra fine febbraio e metà marzo, il Sole apparentemente attraversa la costellazione dell’Acquario, composta da diverse stelle che degradano in luminosità verso la parte orientale; proprio questa caratteristica ha da sempre infuso l’idea di una cascata, di fiotti d’acqua che zampillano da un contenitore. Visibile anche con strumenti amatoriali, l’apparizione di questa costellazione nei cieli a sud dell’equatore annuncia l’arrivo della stagione estiva. Molti nomi delle stelle dell’Acquario iniziano con la parola araba sad, che vuol dire fortuna: Alfa è “Stelle fortunate del re”, Beta “La più fortunata delle fortunate”, Gamma “Stelle fortunate delle tende”.
Nelle cartine celesti la combinazione dei punti dell’Acquario è stata raffigurata come un giovane che versa dell’acqua da un paio di brocche (anche se in Ovidio si legge che si tratti di uno speciale nettare per gli dei). Il mito, noto nell’antica Grecia ma quasi dimenticato nel tempo, racconta di Ganimede, il ragazzo più bello del mondo, il quale viene rapito da Zeus e destinato a fare da coppiere agli dei per la sua immensa bellezza. Secondo un’altra tradizione, il giovane rappresentato nel versare l’acqua è Deucalione, l’uomo sfuggito al diluvio scatenato sulla terra da Zeus.
Per osservare nel cielo la costellazione dell’Acquario è preferibile aspettare una limpida sera d’atunno senza luna. Poiché le sue stelle non sono particolarmente luminose, per risalire a questo gruppo celeste bisogna prima individuare quello del Capricorno, partendo da Altair (vedi riquadro 1 in foto); il punto Deneb Algiedi forma un triangolo con due stelle dell’Acquario di eguale luminosità (immagine 2 in foto). Da qui, si noterà una Y rovesciata, che rappresenta la “urna” della costellazione (punto 3 in foto); a seguire, sarà facile individuare tutti gli altri punti stellari.
Claudia Rodano
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