La concentrazione è un presupposto indispensabile per la realizzazione dei propri obbiettivi personali e riuscire a ritagliarsi un tempo e uno spazio al di fuori da tutto il “tram tram” delle preoccupazioni e delle mille distrazioni che ci circondano non è sempre facile. Non è raro infatti che nonostante ci si prefissi una tabella di lavoro per cercare di organizzare le proprie giornate in maniera produttiva, si arrivi comunque a fine giornata avendo prodotto poco o niente (o male). Ed è per questo che si cercano tutti i rimedi e le soluzioni pur di recupare la tanto desiderata concentrazione, rilassare la mente e cancellare tutto ciò che ci allontana dalla nostra attività.
In un articolo scritto da Oliver Burkeman per il The Guardian, tradotto e riproposto da l’ Internazionale, viene affrontato in maniera interessante l’argomento. Burkeman fa riferimento al libro di Cal Newport Deep work. Rules for focused success in a distracted world in cui si parla appunto dell’importanza che la concentrazione ha per la qualità della vita di tutti i giorni; un punto essenziale che emerge dalle considerazioni di Newport è che un errore fatidico è quello di considerare la concentrazione come l’ennessima cosa da dover immettere all’interno della nostra routine, ovvero il pensare di essere troppo impegnati con tutto il resto per poter essere davvero concentrati sul lavoro che si sta svolgendo. La concentrazione non è un privilegio di chi come gli artisti o i geni può chiudersi in una stanza lontano da tutto e da tutti, ma una condizione quotidiana indispensabile per realizzarsi anche economicamente, consentendoci di imparare al meglio un lavoro che ci permetterà di distinguerci e di sostentarci. Lavorare concentrati aiuta a risparmiare tempo e a vivere più intensamente e serenamente il resto della giornata, facendo la differenza dunque anche sulla qualità dei rapporti interpersonali e del “tempo libero”. Nel suo libro Newport allonta inoltre l’idea di dover “diventare monaci di clausura” per poter raggiungere uno stile di vita che ci faciliti la produttività e la concentrazione; vi sono infatti altri metodi per raggiungere dei buoni risultati che si conciliano con la normale routine giornaliera di ognuno e sono indicati come “bimodale” cioè prendersi qualche giorno di seguito per concentrarsi, “ritmico” vale a dire prendersi regolarmente qualche ora al giorno o alla settimana e il “giornalistico” cioè cogliere l’attimo quando si presenta.
L’idea di fondo è che la concentrazione semplifica la vita, ci rende più efficenti e ci permette di passare da una cosa all’altra senza sprecare tempo ed energie. Dunque bisognerebbe cambiare punto di vista e non pensare all’essere concentrati come a una condizione “al di fuori della routine” ma più come a un consueto modo di approcciarsi al lavoro che ci permetta di svolgerlo al massimo delle nostre capacità, anche senza isolarsi dal resto che ci circonda e che compone la nostra “distratta” quotidianetà.
Lorena Peci
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