Estate, una parola che porta con sé un immaginario vastissimo: spiagge assolate, tuffi in mare, gite con gli amici, scorpacciate di gelato, ma con il caldo asfissiante e i ghiaccioli al limone arriva un’altra cosa, altrettanto aspra e fastidiosa, la prova costume.
Pubblicità, social, sponsorizzazioni, tutti a urlare ad alta voce che è il momento di iscriversi in palestra o fare una dieta drastica, bisogna perdere assolutamente quei chili di troppo che non si abbinano al costume a due pezzi.
La parola stessa però, “Prova Costume”, è decisamente fuorviante, come se all’ingresso della spiaggia ci fosse qualcuno a verificare con metro e bilancia che si rispettino delle misure universali, come se fossero norme inviolabili.
Sotto questo punto di vista i brand di moda, gli influencer e i personaggi pubblici stanno provando a fare sensibilizzazione con il movimento della Body Positivity. Una visione che promuove l’inclusività e la diversità nella rappresentazione.
Tuttavia permane, inconsciamente o meno, l’idea di dover dimagrire in vista dell’estate, tutto a causa degli standard di magrezza, non solo impossibili, ma anche frutto di una mentalità “grassofobica” che è difficile da estirpare.
Magro è bello e sano, grasso è brutto e malato, un’associazione radicata in profondità, che si nasconde dietro commenti indesiderati e retrogradi sul corpo altrui, spesso dolorosi e triggeranti. Non ci sono tips, consigli per affrontare la prova costume, non è un esame, non esiste nemmeno, se non nella mentalità comune.
Le donne slanciate e sottili, gli uomini muscolosi e asciutti, nient’altro viene contemplato. Ma quanto è stancante stare sempre in palestra per paura di non avere più l’approvazione sociale, quando in realtà a nessuno importa realmente di come appaiono gli altri?
L’essere umano è, dopotutto, intrinsecamente egocentrico, si sofferma più sui suoi difetti che su quelli del suo vicino di ombrellone, ma pensa al contempo che tutti gli occhi siano su di lui. Prendersi cura di sé non significa dimagrire, anzi, spesso significa mettere da parte l’aspetto esteriore e mettere in primo piano una sana accettazione di sé.
Non significa amarsi indiscriminatamente ogni giorno per il resto della vita. Come in ogni rapporto anche quello col proprio corpo vive alti e bassi, bisogna scegliere consapevolmente di migliorarsi per sentirsi più a proprio agio nella propria pelle, oppure no, senza condizionamenti, senza pressioni esterne, senza quel perenne senso di inadeguatezza e la paura di dover cambiare per essere amati dagli altri e da se stessi.
Oggi ci sono centinaia di modelli diversi fra cui scegliere per valorizzare il proprio corpo e le proprie forme, ma quello che fa la differenza è lo sguardo che rimanda lo specchio, la confidence che viene dal piacersi in quello che si ha indosso nonostante le opinioni di tutti gli altri.
Ogni corpo è un corpo da spiaggia, non è il corpo a doversi adattare al costume, al contrario, il costume deve adattarsi al corpo. L’inglese rende ancor meglio il concetto: Everybody is a swimsuit body.
Alessia Vasta
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