Il Nowruz, dal persiano “nuovo giorno”, coincide con l’equinozio di primavera ed è a tutti gli effetti da molti popoli considerato alla stregua di un capodanno.
“In questo giorno – spiega il consigliere Alessandro Draghi – molte famiglie sono solite riunirsi, per festeggiarlo, cucinando piatti tipici tradizionali e rievocando usanze e rituali antichi più di tremila anni. Quest’anno purtroppo la festività sarà più contenuta come tutte le altre feste o ricorrenze, in quanto vanno rispettate le normative anti contagio. Nonostante ciò, ci tengo ad augurare alle comunità iraniana, azerbaigiana e ad altre una felice e serena festa”.
Quello iraniano infatti non è il solo popolo che festeggia il Nowruz: questa festa attraversa l’intero Medio Oriente partendo dalle nazioni dell’Asia centrale e arrivando fino alla vicina Albania.
Molti di questi paesi oggi hanno lingue, alfabeti e religioni diverse: dal Kazakistan e l’Uzbekistan, passando per le aree toccate da guerre recenti, quali l’Azerbaigian, l’Iraq, il Kurdistan, la Siria e la Palestina.
L’arrivo della primavera astronomica coincide totalmente con la rinascita della natura. Quest’anno sia simbolo di riscossa per i lunghi mesi in cui la pandemia ha fiaccato e separato le famiglie e i propri cari”.
“Il mio – conclude Draghi – è un augurio di pace, speranza e prosperità ad una comunità, quella iraniana, molto ben integrata a Firenze, composta da cittadini che dopo essersi trasferiti dalla Persia, da decenni contribuiscono fortemente all’economia locale, e anche da giovani studenti che frequentano le nostre università”.