Tutti nella nostra era scolastica, che può essere breve o più approfondita, abbiamo studiato in storia, la Peste nera del 1346. Abbiamo studiato come si è diffusa, quali conseguenze ha avuto e come secondo alcuni storici sia stata poi una dei motivi che hanno portato al Rinascimento. Ma com’è iniziato tutto? Come ha fatto a diffondersi in una società che all’epoca sicuramente non si poteva definire “globalizzata”?
Secondo il libro di Camillo Di Cicco “Storia della peste: da morte nera ad arma biologica” pubblicato nel 2014, la Peste si diffuse perché venne usata come arma.
Infatti nel 1346 i Mongoli assediarono la città di Caffa, che all’epoca era un ricco emporio commerciale sul Mar Nero, controllato dai genovesi. Lo scontro passò alla storia per le “armi” utilizzate proprio dall’esercito Mongolo: tra i soldati correva una micidiale epidemia che stava mettendo in ginocchio l’intera armata. Il comandante decise di far catapultare i cadaveri infetti all’interno delle mura.
Inutile dire che i mercanti genovesi scapparono per evitare il contagio, ma è necessario dire che non ci riuscirono. Infatti arrivarono in Italia con i bacilli della malattia.
“Noi genovesi e veneziani sopportiamo la responsabilità per aver rivelato il giudizio di Dio. Ahimè, la volta che le nostre navi ci condussero al porto noi ci recammo nelle nostre case. E poiché il nostro arrivo venne ritardato per il tragico evento accorsero da noi parenti, famigliari e amici. Ma, per nostra angoscia, stavamo trasportando i dardi della morte.”
Questa testimonianza sono le parole di Gabriele de Mussi (1280-1356 circa), autore di una delle prime e più fedeli cronache sulla Grande Peste (o “Peste Nera”).
Nel giro di pochi anni la Peste si diffuse nel continente e uccise circa un terzo dell’intera popolazione europea (75 milioni di individui).
Ma tutto questo cosa significa? La storia cosa dovrebbe insegnarci?
Facendo un paragone con i tempi “lontani” del Medioevo, oggi siamo una società che si definisce globalizzata. Com’è possibile prevenire un’epidemia in un mondo che non va avanti senza la cultura, i luoghi e le persone che ci stanno vicino?
E’ comprensibile volere un colpevole, puntare il dito contro qualcuno: il governo, lo stato confinante, il vicino di casa, ma forse è più facile capire come le pandemie siano sempre esistite e l’umanità, nonostante ciò, sia sempre andata avanti.
Nicole Rastelli
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