Un oblio e un abbandono che sembra ormai inarrestabile. A distanza di un anno dall’ultima segnalazione, praticamente nulla è cambiato per il Castello del Duca di Misterbianco. Un enorme contenitore diroccato di rifiuti e materiali di ogni tipo. Quasi un secolo di storia che affonda nel degrado ma a cui nessuno sembra importarne qualcosa. Eppure parliamo di un gioiello architettonico all’interno dell’Oasi del Simeto. Una testimonianza del passato che il comitato Romolo Murri, attraverso il suo presidente Vincenzo Parisi, chiede di recuperare definitivamente. Che si tratti di un bene pubblico o privato, poco importa: prima ancora della bellezza, c’è una questione legata alla pubblica sicurezza che non ammette immobilismo di sorta. Senza cancelli o protezioni efficaci, il presidente Vincenzo Parisi spiega che il Castello viene sistematicamente visitano da gente poco raccomandabile che qui ci scarica di tutto. Materiali spesso altamente infiammabili che possono essere bruciati con conseguenze disastrose per la flora e la fauna dell’Oasi del Simeto. Un sito dalle grandi potenzialità turistiche e che, finita l’attuale emergenza, deve riprendere ad attirare visitatori da tutta la Sicilia e non solo. Amanti della Natura e del bello e non “cultori” dell’orrido e del degrado. Un’opera quasi centenaria che è riuscita a sopravvivere alla terribile battaglia del Ponte Primosole, nel luglio del 1943, ma che oggi deve soccombere sotto un mare di spazzatura.
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