Da anni, ormai, sembra proprio che il binomio sesso-potere rappresenti il perfetto binomio in grado di spiegare molte delle relazioni della società odierna. Dalle sale cinematografiche alla realtà, infatti, il percorso è breve, giacché tutti i giorni si assiste a situazioni del genere. Trattasi, forse, di favoritismo?
Sul perché il sesso e il potere siano così strettamente collegati, si potrebbero dispiegare innumerevoli studi e ricerche, oltre a infinite pellicole cinematografiche mediante cui si è mostrato quanto piccolo sia il cammino che porta dal primo al secondo o viceversa. In America, per esempio, lo scandalo Impeachment (letteralmente «messa in stato d’accusa e rinvio a giudizio di persone accusate di aver commesso atti illeciti durante l’esercizio delle proprie funzioni»), in cui vi fu coinvolto l’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, venne provocato dalla scoperta della relazione sessuale del capo di stato con Monica Levinsky. In Italia, invece, Silvio Berlusconi ritrae il perfetto prototipo che illustra come sesso e potere vadano sempre più frequentemente d’amore d’accordo.
Tuttavia, non è necessario servirsi di dimostrazioni eclatanti appartenenti a individui del mondo dello spettacolo o della politica, dal momento che di situazioni in cui sesso e potere si trovano in perfetto stato di consonanza se ne potrebbero citare a migliaia; in ogni caso, basta capire il perché tutto ciò accada. Seduzione e attrazione, queste le due armi principali di cui usufruisce il sesso per poter aggirare gli ostacoli che conducono al secondo, bypassando strade a volte inaccessibili. Il potere, nondimeno, si serve appunto del primo per poter godere, in determinati casi, di servizi e/o funzioni. In altre parole, la congiuntura fra entrambi appare più come un mezzo attraverso cui raggiungere i propri scopi, espediente troppo spesso volto al favoritismo disonesto e immorale fra le persone, un po’ come una sorta di “feticismo delle merci”. Moralismo a parte, proprio come disse Paulo Coelho, «Il sesso è l’arte di controllare la mancanza di controllo».
Anastasia Gambera
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