Chiunque, persino chi è di animo più tranquillo e pacato, da bambino ha convissutuo con il timore di un rimprovero e/o ha subito una punizione che probabilmente ancora oggi, a distanza di anni, ricorderà. È però sufficiente dare una sberla al proprio figlio per insegnargli che non deve fare male agli amici? Si può spiegare l’importanza del mantenere la calma con le urla? E, in ambito scolastico, basta assegnare compiti extra per far comprendere che l’istruzione non è un obbligo, ma un diritto di cui ognuno dovrebbe andar fiero? Serve mandare una nota a casa pretendendo che l’alunno smetta di cantare durante le lezioni? Ha dei vantaggi mettere in castigo i più movimentati e farli stare immobili davanti ad una parete solo perché avrebbero voglia di trovarsi all’esterno? Secondo un istituto di Baltimora, i metodi tradizionali non sarebbero molto efficaci ed è per questo che si è deciso di cambiare approccio educativo.
La scuola elementare Robert W. Coleman, infatti, ha trasformato la spoglia aula in cui gli studenti turbolenti di solito sono costretti a trascorrere parte del loro tempo come punizione in uno spazio completamente diverso: caldo, accogliente e colorato. La sala, dunque, tra luci, colori e morbidi cuscini è perfetta per far sentire il bambino a proprio agio e far sì che si tranquillizzi e ritrovi la concentrazione attraverso tecniche di repirazione e meditazione. Durante gli esercizi le piccole pesti sono poste nelle condizioni di poter parlare di quanto successo, coerentemente all’ideale sempre più diffuso, ma ancora non abbastanza concretizzato, che la comunicazione stia alla base di qualsiasi tipo di rapporto. La stanza è stata realizzata in collaborazione con un’organizzazione no profit locale, la Holistic Life Foundation, che ha attivato anche programmi aventi come oggetto yoga e ambiente, rivolti specificamente ai bambini.
Non è la prima volta, comunque, che lo yoga entra nelle aule: nella contea di Berkshire (Regno Unito) decine e decine di scuole hanno già introdotto classi di meditazione in concomitanza con i loro orari scolastici. Inoltre, ciò sta avvenendo, seppure gradualmente, in qualche caso anche in Italia e nel resto dell’Europa, e tra i sostenitori dell’alto beneficio di tali lezioni vi è Nikki Mitchell, che sul tema ha anche realizzato un video per la BBC. Mai, però, questi esercizi erano stati considerati come una valida alternativa ad una meritata punizione; così facendo, invece, fin da giovanissimi si impara a (ri)conoscere se stessi, ci si avvicina ad un completo equilibrio interno e la soglia di attenzione tende ad alzarsi. Si assiste perfino ad una riduzione di ansia e stress e ad un parallelo miglioramento nella manifestazione e nella gestione delle proprie emozioni. I bambini, in più, tramandano per abitudine ciò che hanno imparato nella quotidianità al resto della propria famiglia: una mamma, ad esempio, ha raccontato che una sera la figlia l’ha invitata a sedersi dicendole che le avrebbe insegnato a respirare. E c’è poco da stupirsi che il metodo funzioni, visto che anche secondo la Bhagavad Gita – uno dei capitoli del grande poema epico indiano Mahabharata – «nulla in questo mondo purifica come la saggezza. Colui che è perfezionato dallo yoga per tempo la trova in se da sé stesso», e chi è più saggio di un bambino?
Concetta Interdonato
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