Il patrimonio culturale nostrano ha rischiato di perdere una delle pietre miliari della produzione letteraria del Medioevo in Europa. Stiamo parlando della più antica trascrizione esistente di un romanzo duecentesco, scritto in lingua romanza francese, che a suo tempo ispirò autori del calibro di Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo nel concepimento delle loro opere massime, ovvero i poemi epico-cavallereschi aventi come protagonista Orlando (rispettivamente l’Orlando furioso e l’Orlando innamorato), l’eroico paladino fedele a Carlo Magno. Il prezioso manoscritto, risalente al Trecento, fa parte del cosiddetto ciclo di Gurion e racconta le gesta di Meliadus, signore di Leonois e padre di Tristano, l’eroe di uno dei drammi cavallereschi più celebri della storia della letteratura.
Le fonti narrano che le 288 pagine di cui è composto il codice miniato furono trascritte in lingua gotica intorno all’anno 1320, presso una località del Nord Italia non meglio identificata. Successivamente, il codice divenne appetibile agli occhi di filologi e ricchi collezionisti, tant’è che nel Quattrocento lo si trovava tra gli scaffali della famiglia Gonzaga, i potenti signori di Mantova. Cinque secoli più tardi il manoscritto entrò a far parte della prestigiosa collezione del bibliofilo inglese Thomas Phillips, poi fu in possesso dell’industriale tedesco Peter Ludwig e in seguito venne esposto in California, al Jean Paul Getty Museum, fino a che, nel 1997, venne acquistato da una coppia americana benestante.
Adesso, dopo svariati spostamenti e diversi proprietari che si sono susseguiti nel corso dei secoli, troverà una nuova collocazione all’interno dell’archivio della Fondazione intitolata al professor Ezio Franceschini, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore tra il 1965 e il 1968. L’istituto fiorentino è riuscito ad entrare in possesso del manoscritto grazie ad un progetto di crowdfunding, lanciato circa un anno fa, a cui ha contribuito un partner d’eccellenza come l’Università di Zurigo. Un’intuizione vincente che permetterà agli studiosi di entrare in contatto con un’importante testimonianza letteraria del periodo medievale.
Gabriele Mirabella
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