Da sempre, nell’immaginario collettivo, l’uomo italiano è sinonimo di maschio virile e di latin lover. A minare questa parvenza, però, ci pensa oggi una ricerca condotta dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica (FISS), secondo cui i nostri conterranei oserebbero particolarmente poco a letto. Lo studio in questione ha avuto come obiettivi la ricerca di stimoli efficaci alla valutazione della risposta sessuale, ma anche la produzione di un formulario da utilizzare per agevolare una raccolta minuziosa del fantasmatico sessuale.
L’indagine ha coinvolto 500 persone tra donne e uomini, di età compresa fra i 18 e i 70 anni e di diverso orientamento sessuale. Tutti i soggetti hanno compilato anonimamente un questionario sulle proprie fantasie erotiche e sulla voglia di realizzarle. Attraverso lo sfoglio dei risultati, si è rilevato che uomini e donne vivono il sesso in maniera molto diversa: difatti, se le donne adorano fare l’amore con il partner che amano, abbracciarlo, baciarlo con passione ed essere toccate fino a raggiungere l’orgasmo, gli uomini prediligono di gran lunga il sesso orale e la stimolazione manuale, in senso sia passivo che attivo, quando in realtà proprio da loro ci si aspettava desideri estremi e quasi inconfessabili.
Da questo si deduce chiaramente che pratiche sessuali come il voyeurismo, il bondage, il feticismo, il dominio o la sottomissione sono tuttora stigmatizzate, non tanto da chi è estraneo a una relazione nuova, ma proprio da chi ne fa parte. Cliché culturali del genere derivano spesso da un’educazione rigida o comunque poco aperta alla libertà di vivere l’erotismo senza vergogne. E, se si avesse potuto pensare che un fenomeno simile riguarda prevalentemente il gentil sesso, la scienza ha dato la conferma che forse, addirittura, sono più gli uomini ad essere al momento “limitati” in certi desideri e in aspirazioni particolari. Si tratterà di una tendenza passeggera o sarà forse il caso di rivedere il modello di amante italiano tanto famoso all’estero?
Anastasia Gambera
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