Il particolare cortometraggio realizzato dal cinese Xie Chenglin, studente della Fine Arts di Pechino mostra le persone sotto forma di zombie, mentre deambulano ipnotizzati da uno schermo, senza badare a ciò che hanno intorno. Così, il video ironizza in modo un po’ grottesco sulle abitudini della società contemporanea, ormai schiava della tecnologia. Il filmato, che sta girando il mondo tramite il web, pone l’attenzione sugli effetti devastanti che il vivere incollati a uno touchscreen può avere, denunciando la questione e invocando implicitamente la necessità di trovare equilibrio, nel tentativo di ritornare ad essere padroni del nostro tempo e non più schiavi assuefatti alla tecnologia.
D’altronde, giovani e meno giovani possiedono in percentuali sempre maggiori uno smartphone, telefono di ultima generazione che permette di navigare in Internet e tenere sott’occhio la posta, l’account di Facebook, Twitter e ogni altro social network. Cosi, non è raro trascorrere una parte considerevole delle proprie giornate a scorrere il dito sul touchscreen del proprio cellulare per chattare, twittare, scrivere, leggere… o, semplicemente, impiegare il tempo.Le statiche, non a caso, sostengono che in media osserviamo il display del nostro smartphone circa 150 volte al giorno, per un totale di oltre 2 ore e mezza quotidiane, senza considerare quelle che passiamo a fissare altri tipi di schermi, si vedano computer, tablet, lettori MP3 e così via. In realtà, non c’è bisogno di statistiche per rendersi conto di tale fenomeno: basta guardarsi intorno. Il pensiero di controllare le proprie notifiche, infatti, non ci abbandona mai: lo facciamo mentre camminiamo, mentre siamo con gli amici o con il partner, mentre pranziamo e ceniamo, quando ci siamo appena alzati e, immancabilmente, prima di addormentarci, nonché spesso anche quando non dovremmo, ossia mentre guidiamo.
In molte circostanze si arriva a parlare di una vera e propria dipendenza da cellulare, esattamente allo stesso modo di altre sostanze causanti assuefazione. L’uso sdoganato di tecnologia può essere letto come un tentativo di alienazione dalla realtà e dai problemi, talvolta anche solo per migliorare un po’ il proprio umore, trovando un conforto (seppure temporaneo) in un “confidente virtuale”. Le conseguenze di tali atteggiamenti, però, possono essere serie: secondo molti studi e ricerche, controllare troppo spesso telefoni e simili intorpidisce i cinque sensi e rende più inclini agli sbalzi d’umore, nonché più a rischio di depressione. Oltre a minacciare la nostra salute emotiva, peraltro, la dipendenza dai dispositivi elettronici ci porta a fare i conti con patologie da sovraccarico a livello di mano, polso e gomito, senza considerare i traumi alla cervicale che la continua posizione piegata del collo verso il basso a fissare i display pare possa provocare. Insomma, bisogna non esagerare e mantenere sempre presente che la tecnologia serve a semplificare la vita e non a sostituirla.
Lorena Peci
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