I classici Disney, che da sempre fanno sognare adulti e bambini, sono ispirati a fiabe ricche di stereotipi. Basti pensare alle principesse raffigurate come donne miti, dedite alle faccende domestiche, con la bellezza e l’amore come unica aspirazione di vita. Come riadattarle alla società di oggi (e al politically correct), senza essere bombardati dalle critiche?
La Disney, ormai da tre anni, sta lavorando al remake di Biancaneve e i sette nani. Non è ancora stata avviata la fase di produzione, ma già piovono le critiche: «Fiaba retrograda», «Ridicolizzazione del nanismo» e chi più ne ha più ne metta…
La polemica ha iniziato a muoversi a partire dalle dure critiche di Peter Dinklage durante il podcast WTF di Marc Maron. Peter non ha nascosto il suo sconcerto in merito alle scelte della Disney: «Sono così orgogliosi di aver scelto una ragazza latina per raffigurare Biancaneve, ma stanno ancora riproponendo la fottuta storia dei sette nani?». Secondo l’attore, che da anni combatte per abbattere gli stereotipi sul nanismo, si tratterebbe di una scelta incoerente: «Siete progressisti da un lato e retrogradi dall’altro».
Il problema non è la figura dei nani in sé, ma piuttosto il modo in cui sono presentati. Essi hanno un ruolo alquanto controverso nella versione originale della fiaba: sono un elemento puramente comico, resi ridicoli per loro altezza. Basti pensare che, nonostante il pensiero comune dell’epoca, vedere una donna rappresentata sola in casa con 7 uomini non suscitò alcuno scandalo. Questo perché i nani erano visti come figure innocue, privi della loro virilità e desiderabilità. Appoggiarsi a una rappresentazione del genere rischierebbe irrimediabilmente di ridicolizzare il nanismo, proponendone una visione distorta e tutt’altro che consona ai valori della società odierna.
La Disney ha accolto le critiche mosse da Dinklage, mostrandosi aperta al confronto con la dwarfism community. In base a quanto trapelato, avrebbe intenzione di sostituire le figure dei nani con delle creature magiche: «Per evitare di rinforzare gli stereotipi dell’animazione originale, ci siamo approcciati in modo diverso ai sette personaggi, consultando persone affette da nanismo. Non vediamo l’ora di condividere maggiori informazioni non appena il film entrerà nella fase di produzione, dopo un lungo periodo di sviluppo».
La questione nanismo non è l’unica ad aver suscitato scalpore. I social sono infatti inondati di commenti riguardo al cast proposto dalla Disney, tra cui spicca la figura di Rachel Zegler, che vestirà i panni di Biancaneve. Va bene l’inclusività, ma è davvero possibile personificare una principessa espressamente bianca come la neve (come sottolinea il titolo) con un’attrice latina, dai tratti somatici totalmente opposti?
La multiculturalità è – giustamente – sempre più centrale nel cinema della nostra decade, ma diventa controversa quando intacca i protagonisti e rischia di stravolgere l’intera storia. La Disney ha a cuore questo tema ed è l’ultima casa produttrice a poter essere accusata di non essere inclusiva (come ha dimostrato recentemente con Encanto, ma anche con il live action di Aladdin). Tuttavia, questa mossa appare a molti come una forzatura. D’altronde la rappresentazione di altre culture si sarebbe potuta creare diversamente, senza distaccarsi così nettamente dalla fiaba originale.
Insomma, in questo live action verrà meno Biancaneve e pure i sette nani. Cosa resterà della storia originale? Vedremo come la Disney, maestra indiscussa dei classici, riuscirà a coniugare tradizionalità della fiaba e polemiche continuando a farci sognare.
Alice Maria Reale
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.