Il 4 maggio Netflix ha lanciato la nuova serie Queen Charlotte, per gli utenti italiani Regina Carlotta, uno spinoff del grande successo degli ultimi anni Bridgerton, ispirato ai romanzi di Julia Quinn.
Quello che sembrava un ‘tappabuchi’ per placare gli animi dei fan, ansiosi di divorare il più presto possibile una nuova stagione, in realtà si è dimostrato essere un prodotto molto diverso dalla serie da cui trae origine. È vero, presenta alcune delle caratteristiche che hanno reso questo universo narrativo così caro al pubblico, fra cui momenti esilaranti, dialoghi brillanti e scene piccanti, ma mostra anche qualcosa in più, soprattutto nel modo di raccontare una storia di cui lo spettatore conosce già il finale, che non può certamente considerarsi lieto.
L’amore che ci viene mostrato sullo schermo non è più solo quello passionale di due giovani amanti, è soprattutto un sentimento dolce, segnato dal dolore, dalla malattia e dalla costante ombra della morte. Ma l’aspetto che caratterizza maggiormente questa Storia Bridgerton è soprattutto il modo nuovo, fresco e moderno di raccontare i personaggi femminili, il loro rapporto con l’amore, con il sesso, con il potere.
L’eroina principale, insofferente al suo ruolo di regina e alla solitudine che esso comporta, determinata a vivere i propri sentimenti, abbraccia la sua vulnerabilità, ma è capace allo stesso tempo di agire con forza e autorevolezza. Vediamo in lei la tristezza di chi teme costantemente di perdere per sempre il proprio amore, consapevole che, in un certo senso, lo si è già perso. La dolcezza del suo rapporto con il marito, dopo anni di matrimonio, colpisce lo spettatore come un pugno allo stomaco.
Enigmatica, calcolatrice, la conosciamo come una vedova diretta e brillante. In questi sei episodi emerge di lei un lato inedito: è una donna che ha dovuto sempre pensare a se stessa solo in funzione dell’uomo cui doveva stare accanto e al quale mostra comunque una certa dolcezza e delicatezza.
Non ha provato gioia dalla maternità, né ha fatto esperienza dell’amore nel matrimonio, bensì solo al di fuori di esso, in un rapporto libero da qualsiasi senso del dovere. Sceglie di non tornare in quel vincolo, anche se sarebbe stato più facile, ma impara a vivere da sola e a trovare solo in se stessa la propria sicurezza e la propria felicità.
È descritta nelle due stagioni precedenti come una madre completamente dedita ai figli, vedova devota al ricordo del marito. Assistiamo, in questo nuovo capitolo, alla nascita di una forte amicizia con il personaggio di Lady Danbury, un rapporto che non è più funzionale solo agli intrighi matrimoniali, ma che si sviluppa dal confronto fra esperienze di vita, soprattutto in merito all’amore, al lutto e, addirittura, alla sessualità.
È molto raro che i personaggi femminili che abbiano oltrepassato la soglia convenzionale della giovinezza si confrontino con il desiderio sessuale, in particolar modo fuori dal matrimonio, come se la donna, superata una certa età, ne diventasse automaticamente immune. Lei, che non si era mai voluta risposare, che aveva trovato un amore travolgente e per questo aveva enormemente sofferto, che sembrava aver perso ogni tipo di speranza in senso romantico, adesso dichiara, con una certa difficoltà, di sentirne la mancanza, di provare quel desiderio che era stato a lungo soffocato dal dolore.
Last but not least, glaciale, distaccata e manipolatrice, trova in Lady Danbury una degna rivale nella gestione delle questioni politiche. Una donna di potere costantemente controllata dagli uomini e da loro sottovalutata, abilissima a sfruttare il loro pregiudizio a suo vantaggio, raggira magistralmente lo stereotipo legato al “sesso debole”.
La Regina Carlotta – Una storia Bridgerton è una storia di donne portata avanti da donne; sono loro il centro di tutto, magnetiche e ricche di sfaccettature, rendono la serie un piccolo capolavoro di narrazione del femminile.
Qui il link al trailer dal canale YouTube di Netflix Italia da cui sono state tratte le immagini.
Alessia Vasta
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