SIRACUSA – Le applaudite rappresentazioni classiche, che si tengono ogni anno presso il teatro greco di Siracusa, potrebbero essere messe in pericolo dai danni causati alle strutture da sceneggiature e spettatori. «L‘UNESCO – ha, infatti, dichiarato Rosalba Panvivi, archeologa che guida la Soprintendenza siracusana – minaccia di togliere il riconoscimento di sito culturale al teatro greco se non diamo al monumento il giusto lustro a partire dalla copertura in legno che lo nasconde ai turisti, e in qualche modo danneggia le delicate pietre, durante gli spettacoli».
L’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) è stato commissariato dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. L’Istituto ha ricevuto una serie di prescrizioni da rispettare durante l’allestimento e lo svolgimento delle rappresentazioni, tra le quali il divieto di indossare scarpe con il tacco o scarpe con la suola a “carrarmato” e di utilizzare le panche di legno, che dovranno essere sostituite da cuscin. Inoltre, i drammi dovranno essere corredati da sceneggiature light, vale a dire non troppo invasive, e dovranno essere predisposti appositi percorsi per regolare il flusso delle disordinate e giovani scolaresche.
Già nel 2011 era stata realizzata una perizia tecnica sullo stato del teatro dal Centro regionale di restauro: la somma di denaro stimata per la ristrutturazione era pari a 4 milioni di euro. Intanto, il Comune di Siracusa, attraverso la figura del vicesindaco Francesco Italia, ha ricordato alla Regione Sicilia che deve ancora stanziare la somma di un milione e ottocentomila euro, come era stato programmato precedentemente. Non dovrebbe essere difficile comprendere, d’altra parte, che una terra piena di meraviglie naturali e artistiche come la Sicilia debba puntare sul turismo, per incrementare la crescita economica e culturale della regione e del Paese. Perchè, quindi, è così difficile tutelare e valorizzare i patrimoni artistici nostrani?
Viviana Giuffrida
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