Il dodici gennaio è uscito L’inizio, sedicesimo album del cantautore milanese Biagio Antonacci. Un disco che non si discosta molto dalle sue opere precedenti, ma che segna un passo importante per l’artista italiano. Il tema principale dell’album è l’amore, tipico del genere pop e di Antonacci, scritto e cantato in tutte le salse. Oltre all’amore nel suo significato più profondo, Biagio canta anche l’amore per le donne, come dimostra anche la canzone Anita, dove il cantante si lascia coinvolgere dalla storia tessendo le lodi della moglie di Garibaldi. Ma anche l’amore tra padre e figlio.
L’inizio segna una tappa importante per Biagio Antonacci. L’album contiene quindici tracce tra inediti e riarrangiamenti di cui tutte eccetto una – la title track L’inizio, scritta da Giorgio Poi – tra testi e musiche sono opera del cantautore italiano. Il disco presenta le tipiche sonorità antonacciane, ovvero si rifà a quei suoni pop metà anni ’80 e metà anni ’90. Suoni a cui l’artista è rimasto particolarmente legato, come anche la sua schiera di fan. Lo si può notare anche dalla copertina del disco.
Non risulta anomalo, infatti, essere catapultati in quelle domeniche mattutine soleggianti in cui una persona qualsiasi, che sia un familiare o un vicino, mettevano su un disco di Biagio Antonacci. E lasciarsi andare a cori sentimentali e spensierati durante le faccende domestiche o mentre ci si prepara per uscire. O semplicemente per rilassarsi.
Nelle sue tipiche sonorità pop, il disco non manca di passare ad altri generi come il pop-rock del singolo A cena con gli dei, o la musica house in Tridimensionale. Canzone in collaborazione con il disc jockey emiliano Benny Benassi. Ritmi estivi gran cassa e rullante come in Telenovela, o il ritorno di altri ritmi, quelli caraibici, di Sognami. Il singolo uscito nel 2007 presente nell’album Vicky Love, torna in un duetto con Tananai, sotto la supervisione del disc jockey Don Joe.
Ogni cantautore pop deve trovare ispirazione soprattutto nell’amore per scrivere le proprie canzoni. L’amore inteso in tutte le sue sfaccettature. L’amore degli amanti, dei fidanzati, degli sposati. Amori materni, paterni e fraterni. Amori corrisposti ma impossibili, non corrisposti ma possibli, combinati. Di amori finiti, di amori iniziati, di amori mai cominciati, amori infiniti. Quelli finti, veri, convenienti, o cibernetici. Ma anche l’amore per il genere umano, per gli uomini e per le donne. Tra i tanti cantanti che spendono una vita in nome dell’amore è presente sicuramente Biagio Antonacci nella lista.
Una canzone, però, colpisce maggiormente in questo disco: Anita, la moglie di Garibaldi. Anita, cui nome completo è Ana Maria de Jesus Ribeiro, è nata in Brasile agli inizi dell’Ottocento, ed è conosciuta come l’eroina dei due mondi. Anita per amore di Garibaldi lo segue nelle sue vicende di conquista. Una donna che, come stesso Antonacci afferma in un’intervista, ha sempre suscitato fascino nel cantautore.
Anita rappresenta una donna fuori dalla sua epoca. Con un passato burrascoso, il quale non era raro per le donne di quell’epoca, incarna perfettamente il concetto di femminismo. Una donna che si ribella alle sue convenzioni sociali per partire all’avventura con Garibaldi. Libera, coraggiosa ed emancipata, ad Anita sono dedicati vari tributi come il trofeo del Sei Nazioni di rugby femminile, Anita Garibaldi.
Sebbene siano passati due secoli, ancora oggi la donna non sente di avere la stessa libertà degli uomini. Ancora considerata un oggetto di proprietà, o da esporre come modella da vetrina. E il più delle volte vittima di abusi, soprusi, maltrattamenti o vittime di femminicidio.
In conclusione L’inizio è un disco piacevole da ascoltare dall’inizio alla fine. Un album che non deluderà i fan.
Foto: LivornoToday
Simmaco Munno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.