ROMA – Dopo i manager tocca agli artisti TV. È di questi giorni, infatti, la notizia che il Consiglio d’Amministrazione della RAI-Radiotelevisione Italiana S.p.A., presieduto da Monica Maggioni, ha dato mandato al direttore generale dell’emittente pubblica radiotelevisiva, Antonio Campo Dall’Orto, di estendere il tetto sui compensi pari a 240mila euro annui, introdotto dall’articolo 9 della legge 198/2016 (riforma dell’editoria), anche ai contratti di collaborazione e consulenza di natura artistica. Si tratta di una misura cautelativa, in attesa che i ministeri competenti (Sviluppo Economico in quanto ministero vigilante ed Economia e Finanza in qualità di azionista unico dell’azienda di servizio pubblico insieme alla Siae), esprimano il loro parere a riguardo. Non è quindi una decisione definitiva, quanto più un modo come un altro per richiamare l’attenzione del dicastero guidato da Pier Carlo Padoan a non venir meno alle proprie responsabilità, in qualità di soggetto azionista e regolatore, in modo tale da togliere un grosso macigno che altrimenti andrebbe a gravare sulle spalle degli attuali organi gestionali in capo all’azienda.
Il tema dei lauti compensi elargiti dalla TV di Stato, tanto caro all’opinione pubblica nostrana, torna di stretta attualità proprio nel momento in cui tra i corridoi di viale Mazzini si respira un certo scetticismo circa l’applicazione di un tetto salariale che a lungo andare potrebbe favorire la concorrenza, con il rischio di un forte ridimensionamento dell’offerta radiotelevisiva. Non è un mistero se alcuni volti noti del piccolo schermo potrebbero decidere di passare dall’altra parte della barricata (Mediaset) oppure bussare alle porte di editori altrettanto solidi e in ascesa.
Gabriele Mirabella
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