Investire sulla cultura in un periodo di forte crisi, non solo economica ma anche di valori, è ancora possibile e anzi può diventare una coraggiosa risposta all’appiattimento economico e sociale italiano. A dimostrarlo è il progetto della giovane orchestra di Coin de Roi nata dalla passione di due giovani menti, quella di Cristian Frattima, direttore musicale del progetto e Alberto Luchetti direttore generale, entrambi musicisti di grande talento, musicologhi ed economisti. Coin de Roi è una “società d’opera” i cui membri sono tutti musicisti under 30 provenienti da diverse parti del mondo, come Portogallo, Spagna, Russia, Italia, Cile, Giappone, Brasile ,Francia, Inghilterra e Svizzera. Realtà unica in Italia, essa è la prima – e sola al momento – compagnia privata specializzata in opera preromantica, la quale ha come obbiettivo non solo quello di riproporre un repertorio musicale un po’ dimenticato in Italia, ma anche e soprattutto di mettere in luce il carattere fortemente sociale dell’opera settecentesca, restituendo al teatro d’opera la sua originaria funzione di momento di aggregazione cittadina durante il quale condividere e confrontarsi.
La loro prima stagione si è aperta il maggio scorso con la messa in scena del Serse Händel al teatro Litta di Milano, antico teatro di corte dove si svolgerà anche il resto della stagione voluto dalla compagnia per la sua natura “intima” che ben ripropone la socialità settecentesca. Infatti, un altro punto nel programma della compagnia è quello di riscoprire e valorizzare gli splendidi teatrini di corte distribuiti in Italia, i quali, causa leggi economiche e scarsa iniziativa, risultano dimenticati. Le altre opere in programma per questa prima stagione sono Apollo e Giacinto di W.A. Mozart ad ottobre e il dittico di G. B. Pergolesi (La Serva Padrona e Livietta e Tracollo) a dicembre.
Oltre alla scelta del repertorio e delle location, a distinguere il progetto di Frattima e Luchetti, c’è la volontà di rendere l’opera lirica più accessibile a tutti, soprattutto ai giovani, cercando di preservare sì l’integrità filologica delle opere, ma senza rifiutare l’influsso della modernità. Per Frattima al giorno d’oggi lo spettacolo dal vivo è giustificato solo se basato sull’eccellenza ed è per questo che nel portare avanti il progetto ha deciso di non operare nessuna riduzione d’organico, numerica o qualitativa, scegliendo un cast di portata internazionale che vede musicisti di alto livello. In un’intervista Frattima ha così spiegato la “mission” della sua Coin de Roi:«Vogliamo infrangere gli schemi tradizionali della fruizione dell’opera lirica. Viviamo in un mondo di condivisioni di esperienze, eppure proprio il teatro, che è la forma più antica di social media, ha perso la sua funzione aggregativa originaria. Proprio guardando al passato, al Settecento e al suo teatro di affetti e di invenzioni, riscopriamo un’estetica molto vicina a quella di oggi, a pieno titolo neobarocca. Riproponiamo un coinvolgimento attivo, riportando il teatro d’opera al centro della socialità cittadina dove si discute, si critica anche accesamente lo spettacolo, dove il convivio durante gli intervalli diventa parte integrante del processo di assimilazione dello spettacolo in corso. Non più semplici spettatori, ma una societas di amanti della cultura e del bello che si riuniscono per partecipare attivamente a una esperienza completa che non si esaurisce al calare del sipario».
Per saperne di più sul progetto, sul programma, su biglietti ed eventi si può visitare il sito http://cropera.it.
Lorena Peci
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