La saga letteraria che negli anni Novanta tenne svegli per la paura migliaia di ragazzini è oggi arrivata anche al cinema, in un mix perfetto tra irriverenza, avventura e terrore, impeccabile per tutti i nostalgici di Piccoli Brividi.
Goosebumps, in italiano tradotto con il titolo di Piccoli Brividi, è una delle collane di libri per ragazzi più famose degli anni Novanta. Con più di 400 milioni di copie vendute nel mondo, la traduzione in 32 lingue e un posto nel Guinness Book of World Records come testi per bambini più venduti nella storia, l’ideatore di tale successo, R. L. Stine, ha creato un fenomeno letterario fatto di brevi storielle horror scritte tra il 1992 e gli anni Duemila, capaci di terrorizzare i giovani e di cui oggi qualcuno ne conserva ancora il ricordo.
Lo stile narrativo di Piccoli Brividi rispecchia il pubblico al quale è rivolto: si tratta, perlopiù, di racconti brevi senza un intreccio particolare, ma con frequenti colpi di scena degni di una storia dell’orrore e con, talvolta, personaggi ricorrenti come Slappy, pupazzo parlante che ritorna più volte a terrorizzare i lettori. Dato il successo a livello letterario e vista la frequenza con cui oggi il cinema ripropone “vecchie storie” riadattate, il regista de I fantastici viaggi di Gulliver (2010), Rob Letterman, riporta sul grande schermo, dal 21 gennaio, anche questi famosi “piccoli brividi” riadattati in una versione che non ne segue le trame, ma ne crea una nuova e unica. Zack Cooper (interpretato da Dylan Minnette) è un ragazzo che si trasferisce con la madre nella pacifica cittadina di Madison, proprio nella casa affianco a quella di Mr. Shivers – pseudonimo per R. L. Stine, interpretato qui dallo spiritoso Jack Black – e di sua figlia Hannah (Odeya Rush). La simpatia nata tra Hannah e Zack darà inizio anche a tutta la vicenda, combinata da una serie di spiacevoli eventi che vedranno i protagonisti imbattersi in tutti i mostri creati dallo stesso Shivers. Entrato nella casa dei vicini, il giovane troverà tutti i manoscritti di Piccoli Brividi, tenuti però chiusi da un lucchetto e, in compagnia anche di un amico di scuola, non tarderà molto a scoprirne il perché: una volta aperti i volumi, da essi ne usciranno, appunto, tutte le agghiaccianti creature che, come da copione, spaventano e allarmano tutta la cittadina.
L’intuizione del regista è stata quella di creare una pellicola che fosse un mix perfetto tra divertimento e paura, mantenendo così gli stessi toni delle opere, come suggerito dallo stesso Stine. Si tratta, difatti, pur sempre di storie horror per ragazzi, essendo, quindi, apprezzabile non uscire realmente terrorizzati dalla sala. La presenza del simpatico Jack Black, unica figura adulta nel film, ha favorito sicuramente l’impresa di rendere tutto decisamente spassoso e avventuroso. Per i nostalgici dei racconti anni Novanta, sarà indubbiamente un’ottima occasione per rivivere un po’ delle vecchie paure e, chissà, per i bambini d’oggi rappresentare, invece, un buon pretesto per leggere di più.
Sofia Bonomo
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