«Elemento di una cultura o di un sistema di comportamento trasmesso da un individuo a un altro per imitazione»: questa, secondo l’enciclopedia interattiva Wikipedia, è l’interpretazione di ciò che rappresenta il fenomeno mondiale del momento, i meme. Allo stesso modo della famigerata Crazy Frog di Axel F., che per parecchie settimane nel 2005 è stata in cima alle classifiche pur essendo abbastanza banale come canzone, molti degli artisti attuali utilizzano una “memetica” particolare che possa aiutarli a raggiungere il successo facilmente, sebbene con brani, film o qualsivoglia prodotto di livello mediocre, ma che sono destinati a diventare veri e propri tormentoni.
Il termine meme ebbe origine nel 1976 grazie al biologo evoluzionista Richard Dawkins, che lo utilizzò per dare spiegazione di ciò che sono le idee, le freddure, i modi di dire che si diffondono da persona a persona, come “pesce d’aprile”, “l’abito non fa il monaco” eccetera. Secondo Dawkins, un meme collocato nelle mente umana funziona esattamente come una sorta di parassitismo tra il virus e l’organismo ospitante, il quale, in seguito al processo, automaticamente si trasforma in un mezzo mediante cui diffondere il motto di turno. Inerente alla musica, uno degli esempi più eclatanti è il cosiddetto Rick Roll, meccanismo a esca che mediante una descrizione accattivante, una volta cliccatoci su rinviava, nel 2005, al video del pezzo Never Gonna Give You Up di Rick Astley, il quale, infatti, riscosse oltre 156 milioni di visualizzazioni: ecco, un meme funziona proprio in questo modo. Dopo Rick Astley, anche Bauuer con Harlem Shake, Rebecca Black con Friday, Yivis con What does the Fox say, o anche i comici di programmi come Colorado, Zelig, Made in Sud e così via sono prototipi di artisti che si servono di questo fenomeno per scalare la vetta delle classifiche o apparire sui social network sotto forma di immagini con figurazioni particolari che rendano l’idea quali, appunto, i meme attuali.
In altre parole, essi sono dei veri agenti evolutivi del linguaggio moderno: attori, cantanti, youtubers e quant’altro producono arguzie verbali incessantemente, che una volta hashtaggati sui social network, finiscono poi per diventare di moda e per essere usati per moltissimo tempo, restando, possibilmente, anche nella storia dei modi di dire.
Anastasia Gambera
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