Valeria Farinacci è una giovane artista che si esibirà a Sanremo nella categoria delle Nuove proposte. La canzone che canterà sul palco dell’Ariston è “Insieme” realizzata da Giuseppe Anastasi. Noi di Voci di Città l’abbiamo intervistata per raccontarvi la sua storia e la sua nuova esperienza al Festival.
Piena di passione e di talento, Valeria Farinacci, classe ‘93, è una giovane interprete umbra che ha esordito nel mondo della musica da piccolissima partecipando alle selezioni dello Zecchino d’Oro, trasmesso dal Teatro Antoniano di Bologna. Durante il periodo liceale ha, inoltre, partecipato al musical de La Sirenetta in veste della protagonista Ariel, andando in scena all’Anfiteatro Fausto di Terni. La passione per il canto continua a crescere sempre di più in lei, ma nonostante ciò si dedica anche ai suoi progetti personali intraprendendo gli studi di lingue straniere all’università a Roma. Nel 2014, grazie ad una borsa di studio, si trasferisce per un anno accademico in una delle università inglesi più prestigiose: l’University College of London, e grazie a quest’esperienza a Londra, Valeria scopre anche il panorama della musica anglosassone in tutte le sue sfaccettature. Nello stesso anno, vince il concorso musicale Avis Emo…zioni l’arte di donare e ottiene una borsa di studio al CET di Mogol, dove conosce Giuseppe Anastasi, già compositore e autore di canzioni vincitrici del Festival di Sanremo come Controvento, La notte, Sincerità, L’amore è un’altra cosa, e infine Guardando il cielo. Da questo incontro nasce una nuova collaborazione volta alla scrittura e alla produzione di brani che portano Valeria ad aggiudicarsi la vittoria del concorso Area Sanremo, e poi ad approdare al Festival di Sanremo 2017 nella categoria delle Nuove Proposte. Per saperne di più sulla sua storia e sul suo debutto sanremese, l’abbiamo intervistata ed ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Valeria, è davvero un piacere intervistarti. La tua carriera musicale è iniziata da piccolissima allo Zecchino d’Oro. Come è nata la passione per la musica e per il canto? Cosa ti ha fatto capire che da grande saresti diventata una cantante?
«Una cantate? È strano sentirselo dire! Comunque, ho fatto un provino per lo Zecchino d’Oro ma non sono riuscita ad arrivare alla fase finale, quindi non ho partecipato alla trasmissione. Nonostante questo, ho sempre amato la musica fin da piccola in quanto seguivo tutte le colonne sonore della Disney e non solo. Ad esempio, mi piaceva tantissimo Anastasia cantata dalla meravigliosa voce di Tosca, amavo Paola Folli che interpretava Hercules e poi ero attirata anche dall’interpretazione di Mulan. Insomma, tutta una serie di interpreti femminili davvero eccezionali che mi hanno fatta appassionare alla musica e al canto. I loro brani mi hanno fatta rimanere sempre affascinata al di là del cartone animato, e inoltre dietro a tutto questo c’è un lavoro davvero incredibile».
Sei stata ispirata da qualche artista mentre componevi le tue canzoni? Hai qualche idolo in particolare?
«Io, in realtà, ho più di un idolo: mi piace tantissimo Arisa che per me è una voce italiana straordinaria, e poi Malika Ayane. Per quanto riguarda il panorama della musica internazionale, adoro Cristina Aguilera, Adele e Florence and The Machine, ma anche tantissimi interpreti stranieri incredibili. Insomma, a me piace tantissimo ascoltare vari generi musicali e credo che la musica debba essere ascoltata come quando si legge un libro, ad esempio io non leggo solamente romanzi gialli, ma anche altri generi che non ho mai letto».
Hai vinto il concorso Area Sanremo grazie al quale sei riuscita approdare tra i gli otto partecipanti del Festival nella categoria delle Nuove Proposte. Come è stata quest’esperienza? La rifaresti? E come ti eri preparata?
«Quest’esperienza la rifarei volentieri e la consiglierei. Per me è stato un evento incredibile al di là che si riesca ad arrivare al palco, perché oltre ad essere un concorso, è anche un percorso formativo con i vari stage e tanti incontri con importanti artisti della musica italiana. Comunque, per il Festival mi sono preparata cercando di mantenere la calma e di familiarizzare con il palco dell’Ariston. È stato davvero difficile, ma ho fatto del mio meglio e tanto ormai i giochi sono fatti. Sono pronta!»
Cantare sul palcoscenico dell’Ariston, potrebbe rivelarsi una grandissima opportunità per farsi conoscere nel mondo della musica italiana, ma anche una grande difficoltà da sostenere, soprattutto quando si è giovani. Come affronteresti le critiche?
«Quando uno riceve delle critiche deve semplicemente tenerle presenti e aspettarsele. Infatti, quando una persona si espone su un palco del genere in cui è guardata da milioni di spettatori, è piuttosto normale che accada questo. Ti possono arrivare anche critiche positive che sono costruttive e piuttosto fondamentali per migliorati e crescere, quindi ben venga che ci siano. Mentre quelle negative, che adesso sono particolarmente diffuse sui social, sono i pensieri della gente che si espone e l’unica cosa che puoi fare purtroppo è metterle in conto».
Al Festival proporrai il brano Insieme, una canzone d’amore realizzata da Giuseppe Anastasi. Come definiresti questa canzone? Cosa la differenzia secondo te rispetto alle canzoni d’amore sanremesi del passato?
«Il brano ha un messaggio molto positivo e di speranza. Sono davvero contenta di portare sul palco questo brano che spiega il concetto di “stare insieme” al di là delle differenze, dei sacrifici e delle difficoltà in quanto consiglia quello che può essere una relazione d’amore e di comunità. Comunque, non credo che questa canzone si discosti molto da quelle passate della tradizione sanremese, anzi secondo me ha dei punti in comune con queste: la semplicità e allo stesso tempo la complessità. Infatti, il concetto di “stare insieme” è semplice, ma è piuttosto complesso da mettere in pratica».
Dopo la partecipazione a Sanremo Giovani, come vedi la tua vita in futuro? Quali progetti e desideri vorresti realizzare?
«Io ho una grande passione oltre alla musica: le lingue straniere. Mi piacerebbe concentrarmi sia sul mio percorso artistico e sia su quello universitario che ora ho concluso con una laurea triennale. Insomma, vorrei approfondire i miei studi sulla traduzione delle lingue straniere nel dettaglio e contemporaneamente concentrarmi sulla mia musica. È po’ complicato ma si può fare!»
Katia Di Luna
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