Francesco Guasti è uno degli otto partecipanti al Festival di Sanremo nella categoria delle Nuove Proposte. Il brano che canterà sul palco dell’Ariston è “Universo”, realizzato da lui stesso con Francesco Ciccotti e Maurizio Musumeci. Noi di Voci di Città l’abbiamo intervistato per conoscere meglio la sua musica e la sua storia.
Dalla voce graffiante e dall’animo ribelle, Francesco Guasti è un giovane rocker di Prato che si è appassionato alla musica fin da piccolo studiando la batteria. Da adolescente comincia ad approdare nelle prime rock band, nelle quali si afferma come leader prodigioso e compositore di brani con i quali si esibisce nei locali e sui palchi, e da lì in poi la sua passione per la musica non l’ha più lasciato. Nel 2013 partecipa al talent show The Voice, in onda su Rai Due, dove viene accolto da Piero Pelù, rimasto fortemente impresso dal suo talento. Dopo quest’esperienza televisiva pubblica il singolo Solo un giorno in più e nell’estate dello stesso anno partecipa alla straordinaria rassegna musicale di Marbella, Starlight Festival, al fianco di due cantanti di fama internazionale: Bryan Adams ed Enrique Iglesias. Nel 2014 entra tra i 60 finalisti di Sanremo Giovani con il brano Scintilla contro scintilla, scritto con Marco Carnesecchi e Federico Sagona. Nello stesso anno entra a far parte della Nazionale Italiana Cantanti, partecipando alla Partita del Cuore presso lo stadio “Artemio Franchi” di Firenze, dove si esibisce davanti a 40.000 persone. Viene ospitato all’Identikit Tour di Piero Pelù, con cui inizia una collaborazione dalla quale nasce il brano Piovono rose (uscito nell’aprile 2015), e poi riprova a rientrare nella selezione delle Nuove Proposte di Sanremo 2015. Nel giugno dello stesso anno viene ospitato dal Word Refugee Day Festival a Firenze con Elisa, Enrico Ruggeri, Bandabardò, Pelù, Brunori Sas e molti altri artisti affermati. Il 10 luglio 2015 esce il singolo Parallele, il cui videoclip è stato realizzato con l’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) a favore della campagna contro l’abbandono. A novembre dello stesso anno approda tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani proponendo il brano Io e te, ma non passa il turno per accedere alla fase finale del Festival. Il 2016, invece, è un anno fortunato per Francesco, infatti riesce a qualificarsi nuovamente tra i finalisti e per di più gli si aprono le porte del suo tanto ambito sogno: il palco dell’Ariston, sul quale canterà il brano Universo. Per saperne di più su di lui e sulla sua nuova esperienza, l’abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.
Abbiamo letto dalla tua biografia che sei nato come talento naturale della musica, in particolare rock. Come è avvenuto questo tuo primo incontro? Cosa ti ha spinto particolarmente a diventare un cantautore?
«Il rock ha accompagnato una parte della mia vita, un po’ della mia adolescenza e poi l’ho ritrovato qualche anno fa. Insomma è stato la mia colonna sonora personale nei momenti in cui avevo più bisogno di sentirmi “ribelle”. In realtà amo ogni genere musicale e non mi sono ispirato sempre e solo al rock: ho seguito l’istinto delle emozioni che vivevo al momento per scrivere e comporre. A dare inevitabilmente una nota sempre rock ad ogni brano è la mia voce, roca e ruvida al naturale. Le canzoni le ho scritte sempre da solo fin da ragazzino, era il mio modo per esprimere la mia essenza. L’ho imparato inconsciamente da mio padre: lui scrive poesie da sempre e quando ho trovato i suoi quaderni e le ho lette, ho capito tanto di lui e del suo passato. Più di quanto potesse raccontarmi. E le canzoni, alla fine, sono proprio questo: mettersi a nudo prima di tutto con noi stessi».
Quali sono stati i tuoi principali modelli d’ispirazione? E cosa ti hanno trasmesso?
«Amo Guccini, De Gregori, Battiato, Fabi, Gazzè, Masini. Ognuno di loro mi ha trasmesso quello che, nel momento in cui ascoltavo un loro brano, ero pronto a ricevere, a tirar fuori e a capire. Mi piace ascoltare i testi delle canzoni, immaginarmele reali e Francesco De Gregori è quello che più riesce a farmi immergere in quello che canta».
Quale genere musicale ascolti quando non componi?
«Tutti i generi musicali, dipende molto dal mio stato d’animo ma spazio dal rock alla musica classica».
Ti abbiamo conosciuto al talent show The Voice nel team di Piero Pelù. Come è stata quest’esperienza? Cosa ti ha insegnato? Secondo te ti aiutato ad emergere nella tua carriera musicale?
«Mi ha confermato che ai traguardi si arriva con la determinazione e con sudore. Non ho mai creduto alle scorciatoie e il talent, almeno fatto a 30 anni come ho fatto io, non lo è di certo. Partecipare a The Voice è stata un’esperienza importante senza dubbio, però per emergere mi hanno aiutato la caparbietà, lo studio, l’umiltà. Un talent non è una bacchetta magica, anzi, se non hai ben presente chi sei e cosa desideri davvero, rischi di rimanerne stritolato. Ed oggi, vi assicuro, per alcuni, la mia partecipazione ad un talent è un bollino nero, nonostante vi abbia partecipato a 30 anni dopo anni ed anni di gavetta e esperienze importanti».
Parteciperai al Festival di Sanremo nella sezione delle Nuove proposte con il tuo nuovo singolo “Universo”. Come è nato questo brano? E come lo definiresti? Perché secondo te vincerà il Festival?
«Non so se vincerà il Festival, la mia vittoria più grande sarà far arrivare alla gente, in particolare alla mia generazione, un messaggio di speranza. “Universo” racconta un sogno grande, quelli che si immaginano e si crede impossibile ma che, piano piano, dopo ogni caduta ed ogni ostacolo, si avvicina perché da quella caduta ci si rialza, quell’ostacolo si supera, sfidando un proprio limite».
Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2017 quali saranno i tuoi sogni e progetti futuri?
«Far conoscere il mio “Universo” (è il nome anche dell’album in uscita il 10 febbraio, ndr) in giro per l’Italia. Un altro sogno da realizzare, magari anche attraverso la musica, è quello di divulgare il rispetto per gli animali».
Katia Di Luna
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