Baby Reindeer, il fenomeno seriale Netflix di cui si è molto discusso, continua a fare scalpore anche dopo mesi dalla sua uscita. Fiona Harvey, la donna che si è identificata con il personaggio di Martha, lo scorso giovedì ha fatto causa a Netflix per i danni che avrebbe subito a causa della serie tv.
Le accuse che la donna muove alla piattaforma streaming sono inflizione intenzionale di disagio emotivo, negligenza grave e violazione del suo diritto di pubblicità. A causa del successo della serie che l’ha “dipinta” come la stalker dell’attore protagonista Richard Gadd, Fiona Harvey avrebbe subito minacce di morte e l’odio dei fan sui social.
Ha perciò deciso di chiedere a Netflix 50 milioni di dollari per danni effettivi, 50 milioni di dollari di risarcimento danni per “angoscia mentale, perdita di divertimento e perdita di affari”, 50 milioni di dollari per “tutti i profitti di Baby Reindeer”, e 20 milioni di dollari per danni punitivi, per un totale di 170 milioni di dollari, in quanto la serie tv le avrebbe “rovinato la vita”.
Il legale a difesa di Fiona Harvey ha dichiarato pubblicamente che “Netflix, una società multinazionale di streaming di intrattenimento da miliardi di dollari, non ha fatto letteralmente nulla per confermare la ‘storia vera’ raccontata da Gadd. Cioè non ha mai indagato se Harvey fosse stata condannata, un gravissimo travisamento dei fatti.
Non ha fatto nulla per capire la relazione tra Gadd e Harvey, se ce ne sia stata una… A causa delle bugie, degli illeciti e della cattiva condotta assolutamente sconsiderata degli imputati, la vita di Harvey è stata rovinata“.
Riguardo la questione Netflix ha risposto di volersi difendere a tutti i costi per sostenere Richard Gadd e il suo diritto di raccontare la sua storia. Infatti, l’attore conferma di aver vissuto davvero tutto ciò che viene raccontato nella serie tv e di aver subito gravi molestie e abusi, sebbene la storia sia stata adattata per la trasposizione cinematografica.
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