Il 25 gennaio Google ha celebrato con un doodle il 136° anniversario della nascita di Virginia Woolf, una delle scrittrici più influenti del XX secolo, contemporaneamente pittrice e scrittrice e, inoltre, una tra le prime femministe. Fu contemporanea a Joyce e, come lui, si focalizzò sull’animo umano e il flusso di coscienza: i personaggi delle sue opere non definiscono i loro pensieri, ma viceversa. Secondo la Woolf, l’essenza dei suoi romanzi non erano altro che i suoi moti interiori, diceva infatti: «i romanzi sono solo la scorza che dobbiamo sbucciare, ciò che ne rimane siamo solamente io e te». Per questo trasformava il mondo circostante in personaggi e ambientazioni, cercando di convogliare nella sua arte le sensazioni visive ed uditive che la scrittura tende a sovrastare. I suoi lavori più celebri, La Crociera, La Signora Dalloway e Gita al Faro, sono tutti esempi di questo stile lirico e immaginifico.
Durante la sua infanzia visse due episodi che la turbarono per il resto della vita: una tentata violenza dal fratello e la morte della madre nel 1895. La sua depressione e il suo mal di vivere hanno contribuito certamente alla cristallizzazione di questo personaggio nella memoria collettiva, ma non sono riusciti ad oscurare il suo genio letterario, la sua intelligenza e grande sensibilità. Le persone che l’hanno conosciuta la descrivono come «beffarda e regina di Bloomsbury» (quartiere dove risiedeva), «spassosa» o «creatura completamente poetica» nell’antologia Virginia Woolf e i suoi contemporanei. Come tutti gli artisti, anche la Woolf aveva le sue stranezze: pare scrivesse in piedi, per emulare un pittore e potersi allontanare dalla propria opera, odiasse essere fotografata e fosse molto attenta al proprio abbigliamento.
Per quanto riguarda il suo contributo al femminismo, scrisse due saggi Una stanza tutta per sé e Le tre ghinee, nei quali analizzò la subordinazione della donna e l’egemonia dell’uomo nella Storia. Dal primo è tratta la celebre citazione: «una donna per scrivere ha bisogno di denaro e di una stanza tutta per sé», la quale vuole sottolineare come la mancanza di indipendenza economica e il vincolo all’ambiente domestico abbiano penalizzato l’entrata delle donne nella letteratura. Ne Le tre ghinee, invece, scrisse «Nonostante vediamo (donne e uomini) lo stesso mondo, lo vediamo attraverso occhi diversi». L’eredità letteraria e il pensiero di Virginia Woolf continueranno a risuonare nelle epoche a venire, poiché come dice il personaggio di Bernard ne Le Onde «Mi creo e mi distruggo continuamente. Persone diverse prendono parole diverse da me».
Anna Colombo
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