Durante il giorno non ci si arriva, vuoi per impegni che si accavallano gli uni agli altri, vuoi per mancanza di atmosfera e serenità mentale adeguata. Tuttavia, perché non approfittare delle ultime ore della sera per sdraiarsi comodamente e dedicarsi un po’ alla lettura? Che si tratti di riviste, romanzi classici, fumetti, saggi o quotidiani, l’attività è indicata indistintamente per tutti, e per almeno cinque buone ragioni. Scopriamo insieme quali sono.
Per sollevarsi temporaneamente dalle fatiche e dalle problematiche quotidiane, leggere è un’ottima soluzione a basso prezzo, che consente di spostare l’attenzione su tematiche interessanti ma non stancanti e che, allo stesso tempo, aiutano la mente a riposare. Stimolata da realtà alternative e dalla proiezione di personaggi, caratteri e situazioni legate all’immaginazione, infatti, la nostra mente riesce a distendersi e consente anche al corpo di prendere sonno con maggiore facilità.
2. Cervello più protetto
Dedicarsi alla lettura non offre solamente un benessere a breve termine, anzi: stando a quanto scoperto dal National Institute of Aging, il cervello sarebbe stimolato a mantenere solide e forti le proprie funzioni e attività, grazie a passatempi come quello già citato, che nel corso degli anni può prevenire addirittura il presentarsi o l’aggravarsi di alcune malattie quali l’Alzheimer.
Se non viene mantenuto sotto controllo, il cortisolo presente nell’organismo umano rischia di debilitare le condizioni fisiche di chiunque, con spiacevoli – e talvolta gravi – conseguenze, che si ripercuotono sulla qualità della vita di ogni giorno: dai fastidi gastrointestinali all’aumento di peso, passando per la depressione e per la stanchezza cronica. Il cortisolo e i suoi effetti possono essere fortunatamente ridotti, se al sonno notturno si antepone proprio un po’ di letteratura, come dimostrato chiaramente anche sul portale Adrenal Fatigue.
4. Addio depressione
Uno degli ulteriori vantaggi derivanti da quanto appena riportato consiste, peraltro, nella riduzione sostanziale del rischio depressione, in numerosi tipi di soggetti predisposti o anche solo catapultati in periodi di forte pressione. Ad accorgersene per primi sono stati alcuni medici inglesi, i quali hanno somministrato come “farmaco” ai propri pazienti, in preda all’ansia o a forti malesseri psicologici, qualche specifico titolo da reperire in libreria: l’esperimento ha permesso di affermare che, effettivamente, una simile abitudine – soprattutto serale – risulta essere un palliativo da non sottovalutare affatto nella fase di cura, ripresa o prima ancora prevenzione.
Lo sottolineano ancora una volta gli studi di numerosi esperti: per imparare a mettersi nei panni degli altri non c’è palestra di vita migliore della lettura, che per antonomasia costringe, in virtù di un patto tacito fra autore e lettore, ad accettare la visione adottata nella storia come reale e veritiera, quantomeno nello spazio di un centinaio di pagine. Così, chi è più abituato al mondo della finzione scritta, solitamente è anche più propenso ad essere empatico nei confronti di altre persone, capendo più facilmente i loro disagi e potendo dare loro un supporto valido e concreto nella risoluzione di svariate situazioni problematiche.
Da stasera, insomma, sarebbe bene ricordarsi di tenere sempre qualcosa di interessante da sfogliare sul comodino, per assicurarsi di trascorrere poi una “buona” notte a tutti gli effetti.
Eva Luna Mascolino
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