BOLOGNA – Quando si pensa a Bologna, è probabile vengano in mente Piazza Maggiore, via Santo Stefano o le due Torri, Garisenda e degli Asinelli. Tuttavia, in questi ultimi giorni è stata via Fondazza a ritagliarsi il suo spazio di notorietà. Il fatto che Giorgio Morandi, grande pittore ed incisore, abbia vissuto qui, al numero 36, per 54 anni non è l’unico motivo di orgoglio per questa strada; adesso anche gli Stati Uniti sanno qualcosa di via Fondazza.
Il New York Times, infatti, ha deciso di mandare una sua inviata per raccontare la storia di Federico Bastiani e di sua moglie, Laurell Boyers, promotori della prima Social Street al mondo. Trasferitisi in questa piccola traversa di Strada Maggiore nel 2013 con un figlio piccolo, per loro l’inizio non è stato certo facile. Traslocare è sempre impegnativo, ma cambiare località, trovandosi completamente da soli e senza nessuna conoscenza, può essere particolarmente arduo. Proprio per superare questa condizione di isolamento e provare a socializzare, la coppia ha deciso di creare una pagina chiusa su Facebook. In tre o quattro giorni le persone coinvolte furono circa venti ed oggi, a distanza di due anni, si è superata quota 1100, circa la metà dei residenti di via Fondazza. L’idea che sta alla base di questa comunità è quella di instaurare un legame, condividere necessità, scambiarsi professionalità e conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune: insomma, di trarre tutti quei benefici che derivano da una maggiore interazione sociale. Nascono da queste fondamenta iniziative quali le feste di strada, giochi per grandi e bambini, la pulizia ed il recupero di aree comuni. Tutto ciò quasi sempre a costo zero.
Questo esperimento è riuscito a raggiungere perfino la Grande Mela grazie all’enorme eco avuto nel corso del tempo: in soli due anni sono nate in Europa, Brasile e Nuova Zelanda 393 social streets sul modello di via Fondazza. Il successo è dovuto alla capacità di integrazione del progetto, che consente di sentirsi parte di un gruppo, in cui le difficoltà di ciascuno sono anche le difficoltà di tutti. Infatti, come scrive la giornalista americana, la comunità fondata sulla disponibilità delle persone ad aiutarsi, condividere e vivere meglio.
Lorenzo Guasco
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