PALERMO – Era il 1991 quando usciva nelle sale Johnny Stecchino, film diretto ed interpretato da Roberto Benigni. In una delle scene più esilaranti, che i lettori di certo ricorderanno, lo zio di Maria si sofferma sulla principale piaga della città di Palermo: «È il traffico! Troppe macchine! È un traffico tentacolare, vorticoso, che ci impedisce di vivere». Sono passati più di vent’anni e le cose non sono cambiate, almeno a giudicare dal Tom Tom Traffic Index: analizzando le informazioni dei navigatori satellitari presenti all’interno dei veicoli privati, infatti, il capoluogo siciliano è risultato nel 2013 il più trafficato d’Italia, terzo in Europa dopo Mosca ed Istanbul.
Per ovviare al problema, si cercano soluzioni alternative al potenziamento del trasporto pubblico, che si muovono in direzione della “mobilità verde”: entro luglio sarà realizzato, dall’associazione temporanea d’impresa composta da Exelentia srl e Trm srl, un innovativo sistema di bike-sharing che assicurerà alla città, secondo l’assessore alla Mobilità Giusto Catania, «la terza flotta in Italia, dopo Torino e Milano». Il progetto è stato finanziato dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con l’Amat, società soggetta alla direzione e al controllo della mobilità palermitana, e prevede la presenza sul territorio di 37 stazioni, otto delle quali munite di pannelli fotovoltaici per alimentare le bici elettriche, con un totale di 420 mezzi a pedale. «Quello che stiamo realizzando è un sistema integrato tra bike e car-sharing e piste ciclabili», continua l’assessore, che si sofferma sulla necessità da parte dell’amministrazione di mettere in sicurezza le infrastrutture cittadine e sullo sforzo che andrà fatto per invogliare i palermitani a “convertirsi” alle due ruote.
È innegabile che in Sicilia ci si trovi un passo indietro rispetto al resto d’Italia, se consideriamo il confronto con le 116 stazioni presenti a Torino e le 216 ubicate a Milano. Lo stesso ritardo è facilmente riscontrabile anche nel rapporto con le altre città europee, molte delle qualli hanno già fatto della bicicletta il mezzo privilegiato all’interno del sistema dei trasporti: si pensi ad esempio a Barcellona, che vanta 18,8 viaggi per bici e 67,9 viaggi al giorno ogni 1000 residenti, e che è considerata la regina del bike-sharing europeo, seguita a breve distanza da Lione (8,3 corse per bici e 55,1 corse al giorno ogni 1000 residenti) e Parigi (6,7 per bici e 38,4 al giorno).
Simili numeri dimostrano come l’efficacia del servizio dipenda soprattutto dalla disponibilità dei residenti, oltre che dall’effettiva predisposizione dei centri urbani all’utilizzo dei mezzi a pedale. Non bisogna, inoltre, dimenticare l’importanza che il bike-sharing può avere nello sviluppo del settore turistico eco-sostenibile, in grande crescita nel nostro Paese. La speranza è che, non appena le stazioni saranno installate e le biciclette inizieranno ad essere condivise, vi sia una risposta positiva da parte dei palermitani, in modo tale da invogliare il maggior numero possibile di Comuni siciliani a ricostruire il proprio sistema dei trasporti, ripartendo dalle due ruote e dalla mobilità verde.
Claudio Pennisi
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