BOLOGNA – Martedì 17 novembre, il Comune di Bologna ha presentato in sala stampa gli scenari demografici della città, realizzati dall’Ufficio Statistica dello stesso, prospettabili nell’arco del prossimo quindicennio. La vicesindaco con delega al Bilancio Silvia Giannini ha sottolineato l’importanza di simili strumenti assai utili «per disegnare le nostre politiche e adattarle ai mutamenti del contesto e alle nuove esigenze, basti pensare che il 42,3% del bilancio del Comune va in servizi educativi e socio assistenziali sui quali l’andamento demografico ha un impatto diretto».
I dati emersi sono piuttosto interessanti: nei prossimi tre lustri la popolazione della città aumenterà dagli attuali 386.181 abitanti fino ad oltrepassare la soglia dei 400.000. Ciò è reso possibile grazie al contributo dei flussi migratori, in assenza dei quali la popolazione sarebbe in forte calo, fino al di sotto dei 349.000 abitanti. È importante precisare che le parole migrante e straniero non coincidano: ogni tre persone che arrivano a Bologna, ben due provengono dall’interno dei confini nazionali.
Un altro aspetto significativo è il generale invecchiamento della popolazione, conseguenza del boom di nascite verificatosi nel dopoguerra e dell’allungamento della vita media. In particolare, nel 2030 gli ultraottantenni aumenteranno dalle attuali 35.429 alle 41.000 unità e l’aspettativa di vita toccherà 87 anni per le donne e 83 per gli uomini, portando in tal modo l’età media a 48 anni. Pur con i correlati problemi di adeguamento dei servizi sanitari e socio-assistenziali, queste statistiche sono un fattore positivo secondo Giannini, poiché significa avere l’opportunità di vivere «in una realtà territoriale in cui la qualità della vita è alta, l’alimentazione è buona ed i servizi sanitari consentono di raggiungere questi risultati positivi».
Lorenzo Guasco
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