Arrestati dalla polizia con l’accusa di aver appiccato un incendio in un bar sul lungomare di Ognina, “Cioccolato e caffè”, il proprietario dell’attività e un suo complice.
I due indiziati, Alessandro Leone, 42 anni e Antonio Russo, 40 anni, la sera del 2 aprile, avrebbero acquistato della benzina da un rifornimento vicino casa con l’intento di fabbricare delle bombe molotov artigianali. Con queste, avrebbero dovuto successivamente dare fuoco all’attività sul lungomare di Ognina, forse con l’obbiettivo di intascare i sodi dell’assicurazione.
Tuttavia, gli eventi prendono una piega inaspettata. Infatti la forte esplosione, sfuggita al controllo dei due uomini, e le fiamme dell’incendio scatenate dalla stessa, finiscono per danneggiare non solo il locale ma anche la struttura del palazzo. Oltretutto i due colpevoli (e per fortuna solo loro) sarebbero rimasti feriti, al punto da recarsi immediatamente in due ospedali diversi, probabilmente per non destare sospetti, con gravi ferite da ustione.
Già nel novembre del 2023 il locale era stato danneggiato da un altro incendio. Questo fattore, unito alle tempistiche con cui i due uomini hanno riportato le ferite da ustione nei due ospedali, ha insospettito le forze dell’ordine. Durante le indagini, la Squadra Mobile della questura attua una perquisizione all’auto di Alessandro Leone, trovandovi al suo interno uno scontrino del rifornimento, due imbuti, uno smacchiatore per tessuti e vari altri attrezzi utili alla costruzione degli ordigni esplosivi.
Poco dopo, la dinamica ricostruita dagli agenti solo in via teorica e basata sugli indizi e le prove raccolte, viene confermata dai filmati di videosorveglianza e dalle testimonianze delle persone presentii al momento dell’esplosione.
Nell’inchiesta che sta svolgendo la Procura di Catania, oltre ad Alessandro Leone e Antonio Russo (autori del reato), sarebbe implicato un terzo individuo, un ausiliario di 39 anni. Quest’ultimo, dipendente della ditta di pulizie che opera nell’ospedale dove si trovava ricoverato il 42enne, avrebbe avvertito l’indiziato sulla presenza di microspie all’interno del reparto di degenza dell’ospedale. Con l’accusa di favoreggiamento personale, il GIP ha predisposto per il 39enne l’obbligo di dimora nel proprio comune di residenza.
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Nato a Ragusa il 27/01/2001, sotto il segno dell’Acquario che gli ha donato creatività e abbastanza pigrizia per non metterla sempre a frutto. Dopo uno stop di circa sette anni dal mondo della cultura, finito l’istituto tecnico ha deciso di smettere di lottare contro se stesso e cedere alle sue pulsioni. Motivo per cui adesso si trova a studiare lettere e ad organizzare eventi culturali. Punta ad essere un critico d’arte e uno scrittore (un modo come un altro per finire sotto un ponte a far la fame).