CATANIA – AMT verso la crisi totale. A poco sono serviti gli scioperi di giugno a cui ha aderito circa l’80% del personale dell’azienda di trasporto pubblico. Oggi, a distanza di tre mesi, i lavoratori sono ancora preoccupati per la loro posizione nell’immediato futuro. La Regione non manda i fondi che spettano all’azienda, le casse comunali sono in rosso e non possono garantire la tutela del servizio.
Secondo quanto fatto notare dai sindacati e da FAISA CISAL e UGL Trasporti, è curioso che vengano inaugurate nuove linee pubbliche (come la recente Librino Express o il Movidabus), senza un rinnovo delle vetture. Infatti, pare che di fatto ne vengono utilizzate di obsolete, perché con un ammanco di provvigioni che risalgono a metà 2014 e metà 2015 per un ammontare di circa 23 milioni di euro, non è possibile operare delle revisioni utili per ottimizzare del servizio. Altro caso curioso, l’assunzione di nuovi autisti come a specificare che l’azienda stava risanandosi, grazie all’insediamento del presidente Carlo Lungaro ed un accordo di stabilità a cui si è giunti con il sindaco Enzo Bianco.
«Si cerca di costruire una facciata su una struttura in pessime condizioni. Il servizio cittadino non è funzionale e i cittadini aspettano ore alle fermate. Poi la gente se la prende con gli autisti», sostengono i segretari provinciali di FAISA CISAL e UGL, Romualdo Moschella e Giuseppe Scannella. «Avevano detto che avrebbero rilanciato il trasporto pubblico a Catania, ma qui non cambia niente», tuonano ancora una volta i sindacati. «Giornalmente – dice Moschella – non escono in città più di 90-95 mezzi a fronte di un parco mezzi di 130. Autobus che sono vecchi e con cui non riusciamo a garantire un servizio ottimale che proprio a causa della mancanza di risorse finanziarie non è possibile rinnovare. Se da un lato il presidente Lungaro parla di un’azienda con un utile da 300 milioni di euro, noi facciamo i conti con un’azienda in crisi e con gravi difficoltà economiche. Eppure si inaugura la linea Librino Express che si aggiunge all’Alibus per l’aeroporto e al BRT. Con quali mezzi? Con le vetture che si trovano in giro che vengono tolte alle linee periferiche per questi nuovi collegamenti».
Il presidente Lungaro si sente mortificato e quasi deluso da quanto affermano i suoi colleghi e rimbalza la questione facendo riferimento al patto di stabilità vigente tra Regione e Comuni: «La Regione, vincolata dal patto di stabilità attualmente non paga, ci deve dare qualcosa come oltre 22-23 milioni di euro e ci mette in crisi. L’azienda gode economicamente di un’ottima situazione. È finanziariamente che, dipendendo dalle risorse della Regione, abbiamo problemi. Mi dispiace che questi colleghi non sentano il dovere di stare vicino all’azienda in un momento non tanto difficile in sé, perché l’azienda economicamente sta comunque in piedi e riesce a fare un buon servizio, il migliore del sud Italia, anche se con grandi difficoltà. Il Comune di Catania deve ricevere tanti milioni di euro dalla Regione e per via dello stesso scellerato patto di stabilità non prende un euro. Con l’aggravante che il Comune non riceve i soldi dello Stato e che mi è stato confermato arriveranno i primi giorni di ottobre». I sindacalisti Moschella e Scannella, invece, hanno fatto sapere che hanno chiesto di essere ricevuti dal prefetto, minacciando, in caso di mancata considerazione, uno sciopero di 24 ore.
Alberto Abate
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