Calano le voci di spesa cosiddette tradizionali, come le automobili, l’arredamento e l’abbigliamento. È quanto ha dichiarato l’Ufficio Studi Confcommercio, che ha analizzato i driver di spesa delle famiglie italiane dal 1995 ad oggi. «Capi classici di valore più elevato attraggono sempre meno consumatori condizionando negativamente i volumi di spesa». Allo stesso tempo sono cresciute, però, le spese per i consumi di servizi culturali, ristoranti e telefonia per una percentuale dell’1,1%. Questo fenomeno «non è frutto soltanto della crisi dei redditi ma anche di nuovi modi di vivere», dichiarano ancora gli studiosi.
Il pilastro patrimoniale del ceto medio resta comunque la casa ai figli: è questo il modo in cui 11,3 milioni di famiglie pensano di aiutare i propri discendenti, in base a quanto emerge da un’analisi del Censis. Il mattone, quindi, diventa la nuova forma di sostegno per il futuro secondo gli italiani, che così fanno tirare un sospiro di sollievo al mercato immobiliare, con evidenti segnali di ripresa. «Se la ripresa dei consumi ancora non si vede, ciò dipende dal fatto che oggi domina la sobrietà. Il ciclo del consumismo come simbolo di stato si è chiuso per il ceto medio». Questo è quanto ha rilevato il Censis da un’analisi secondo cui «gli italiani si sentono ancora ceto medio. Pensando alla propria condizione economica attuale, il 54% degli italiani si sente ceto medio, il 18% classe lavoratrice e il 16% ceto popolare. Tra gli insegnanti e gli impiegati la percentuale di chi si definisce ceto medio sale al 55%, e supera il 60% tra i pensionati e le casalinghe».
Dopo anni di stallo tornano i consumi tipici del ceto medio, osserva l’Istituto di Ricerca Socioeconomica, ma se si vuole preservare questo status sociale bisogna continuare a risparmiare. Non è un caso, infatti, che la propensione al risparmio sia salita del 10,08%, con un flusso di 29,5 miliardi di euro accantonati nel solo terzo trimestre del 2014. Sono 26,3 milioni gli italiani che, se avessero più soldi oggi, li destinerebbero a un conto corrente per metterli da parte. Riassumendo, al centro dello stile di vita della middle class non vi è più il consumo: vince la sobrietà e, dopo 7 anni di difficoltà, la voglia di rifare il patrimonio.
Monica Ardizzone
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