La possibilità di dire addio ai combustibili fossili, e alle morti a essi associate, sembra essere sempre più concreta. Questo deriva dai dati e dalle notizie degli ultimi giorni sul fronte delle energie rinnovabili. Se in Germania, il 15 maggio scorso, il Paese è stato autosufficiente dal punto di vista energetico, in Portogallo è stato raggiunto un traguardo ben più ampio: per oltre quattro giorni il Paese iberico è stato alimentato da sole energie rinnovabili. È durata esattamente 107 ore consecutive la magia green che ha coperto l’intero territorio nazionale.
Il 100% di energia derivante da fonti pulite in Portogallo acquisisce maggior importanza quando si pensa che, secondo dati nazionali, la copertura energetica generata dal vento, per esempio, ammontava al 7,5% del fabbisogno nel 2013, giunto al 22% quest’anno. Tutte le energie rinnovabili presenti nel Paese garantiscono, ad oggi, circa la metà del fabbisogno nazionale. Il Portogallo, tuttavia, non è l’unico Paese che sta ottenendo ottimi risultati dal punto di vista dello sviluppo delle energie rinnovabili: per esempio, il vento dà la metà dell’energia che serve alla Danimarca, il 20% alla Spagna e l’11% al Regno Unito.
Guardando all’Italia, invece, non vengono raccolti gli stessi frutti. Al momento, la situazione nello stivale sembra essersi arenata. Benché sono stati raggiunti dei risultati positivi, come i 39 comuni autosufficienti piuttosto che il primato mondiale per produzione da solare rispetto ai consumi elettrici, ci sono anche risvolti negativi. L’energia generata derivante dal sole copre solo l’8,1% del fabbisogno. Siamo sicuramente migliorati sotto l’aspetto delle rinnovabili (nel 2015 hanno garantito il 35,5% dei consumi elettrici e il 17% di quelli complessivi, mentre nel 2005 erano a 15% e a 5,3%), però, negli ultimi anni, gli investimenti sono diminuiti, con il 2015 che ha segnato un deciso calo della produzione, dovuto principalmente alla riduzione del contributo dell’idroelettrico. In flessione anche le installazioni di impianti fotovoltaici (930 MW installati contro i 13.194 MW del 2011-2012), ed eolici (474 MW nel 2015 rispetto a una media di 770 negli ultimi anni).
Ciò nonostante, i vantaggi derivanti dalle energie rinnovabili sono ben noti. Assorinnovabili ha effettuato, recentemente, uno studio che mostra l’effetto avuto sulla borsa elettrica: eolico e fotovoltaico hanno garantito, in 3 anni, un risparmio di 7,3 miliardi di euro. Dal 1990 ad oggi, l’energia pulita italiana ha assicurato quasi il 20% di emissioni di anidride carbonica in meno e ha contribuito a tenere più basso il costo dell’energia elettrica. Le basi ci sono e sembrano essere piuttosto consistenti. L’auspicio è che gli importanti risultati ottenuti da altri paesi europei stimolino a sufficienza l’Italia, Paese con tanto potenziale ma, al momento, addormentato in materia di rinnovabili.
Marco Razzini
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