Da qualche settimana è in vendita in un locale di Melbourne, il Matcha Milkbar, una bevanda dalle sembianze strane, ma, secondo i suoi consumatori, prodotta con delle componenti più che benefiche: il drink in questione è il Blue latte, che prende il nome dal suo insolito colore.
Gli ingredienti della stravagante bibita sono: ginger, limone, latte di cocco, agave e polvere di alghe, quest’ultime, ovviamente, dalla colorazione azzurra. A primo acchito il mix non si mostra attraente, eppure, proprio il Matcha Milkbar di Melbourne ne ha venduti solo la sera del debutto oltre duecento bicchieri, sebbene ciascuno abbia un costo di ben 6€. La motivazione principale del prezzo pare risieda nel valore delle alghe, le quali si presume abbiano delle elevate proprietà antiossidanti e costino al grammo circa 3€. Per di più, il personale del bar ha dichiarato che, effettivamente, il Blue latte non ha un buon sapore, anzi: tende a ricordare il latte acido ottenuto con l’aggiunta di fermenti lattici.
I fruitori della suddetta bevanda sono quasi sempre vegani e tutti, indistintamente, la trovano stupefacente non tanto per il gusto, quanto perché – stando a quanto dichiarato – le foto che lo riguardano caricate sulla piattaforma social di Instagram generano migliaia di followers. Com’è intuibile, tale atteggiamento è stato considerato una forma di tracotanza nei confronti di chi, di consueto, non ha neppure acqua da bere nel raggio di chilometri, sebbene a simili affermazioni dei fortunati assaggiatori ne siano seguite numerose altre volte a sottolineare soprattutto le proprietà salutari del drink. Nonostante il dibattito dai toni polemici e punti di vista nettamente diversi al riguardo, quindi, in molti augurano lunga vita al Blue latte, nella speranza, comunque, che ne porti anche ai suoi futuri bevitori e che non si limiti ad essere un fenomeno mediatico e commerciale fine a sé stesso.
Anastasia Gambera
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