Dal primo gennaio al 31 marzo di quest’anno, in Sicilia, hanno chiuso 778 imprese artigiane, otto al giorno! Secondo quanto riportato da Unioncamere e Movimprese, su 1.071 iscrizioni all’albo artigiani ne sono state cancellate 1.849, con un tasso negativo di decrescita del -1,02%. Non solo, anche a livello nazionale c’è stato un saldo negativo dello -0,92% con la chiusura di 12.507 attività.
Il presidente Filippo Ribisi, di Confartigianato Imprese Sicilia, ci spiega: «Ogni giorno 8,6 imprese artigiane siciliane non riescono ad andare avanti e sono costrette a chiudere battenti, ormai è un continuo arretramento del comparto che, malgrado le nostre denunce, continua a crescere ogni giorno. Gli imprenditori non hanno più mezzi per combattere quotidianamente: il mercato che non cresce, le continue difficoltà ad accedere al credito, la politica fiscale e burocratica che non aiuta». Il valore peggiore arriva dalla città di Enna, con un saldo negativo del -0,59%, su 215 iscrizioni e ben 303 cancellazioni.
Segue Caltanissetta con -0,50%, da 386 iscrizioni e 511 cancellazioni, e subito dopo Catania, che giunge ad un tasso dello -0,23% con 1.640 iscrizioni e 1.875 cancellazioni. Agrigento arriva allo -0,14%, per 749 iscrizioni e 806 cessazioni, anche Messina e Siracusa registrano un segnale negativo del -0,10%. La provincia che soffre meno di tutti in Sicilia è quella di Palermo, che ci regala un saldo positivo di 0,12%, dato da 1.802 iscrizioni e 1.687 cessazioni.
«Questo è il risultato di una politica errata e di una mancanza di responsabilità delle istituzioni che dovrebbero essere messe sotto accusa e pagarne le conseguenze – continua Antonino Gasparo, presidente di Uils -. Al contrario di supportare e difendere, le imprese vengono soffocate da un sistema di tassazione insostenibile, dalle banche che non vogliono più dar credito, cosi quel settore che era sinonimo di qualità, di impegno e sacrificio, viene abbandonato a se stesso». Di certo, con questi dati allarmanti, assisteremo ad una continua chiusura di saracinesche, botteghe e attività artigianali che vedremo scomparire ogni giorno, con pesanti conseguenze per l’economia siciliana.
Marcello Strano
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