«Siamo tutti abituati a leggere delle guide per conoscere meglio un Paese prima di visitarlo, ma quante volte ci fermiamo a pensare alle cose che lì non possiamo vedere più?». Con queste parole è stato presentato il progetto ideato da Matt Lindley e dal suo team, che ha per oggetto degli insoliti poster da viaggio. «Abbiamo creato una forma di turismo sconosciuta, con una serie di manifesti da viaggio in stile vintage, per ricordare alcune delle meravigliose creature che abbiamo perso e che ora rischiano di essere dimenticate», si legge, infatti, in un articolo apparso su Expedia UK.
Nella serie di sei immagini, qui riprodotta integralmente, appaiono dunque creature dai nomi completamente inediti, ma che in realtà sono antiche secoli e secoli, e che a suo tempo hanno popolato i quattro angoli del mondo. Si parte con il rospo dorato della Costa Rica, che è scomparso nel 1989 dopo un repentino aumento delle temperature e diminuzione delle precipitazioni: prima di quella data, lo si poteva incontrare spesso anche nelle varianti di colore arancione, bianco, giallo, rosso e verde. Delle Mauritius, invece, viene subito dopo citato il Dodo, «un lontano cugino del piccione comune», che si è evoluto con «una scorta abbondante di cibo». Lui si è estinto, invece, a causa della presenza fin troppo amichevole dell’uomo.
Segue poi il Thylacine, per molto tempo simbolo dell’isola della Tasmania e sua mascotte ufficiale nel cricket. Si trattava di una tigre sopravvissuta fino al 1936 e la cui estensione mascellare arrivava a 80 gradi. Famoso in Giamaica, invece, è il Galliswap Gigante, un rettile lungo più di 60 cm che è stato letteralmente tagliato via dal proprio habitat naturale per via degli animali domestici (e non) importati dai coloni. E che dire, invece, della mucca di mare Steller, originaria dell’Alaska? «Le mucche di mare Steller erano veri e propri bovini da onde. Dichiarate estinte nel 1768, alcuni loro simili molto più piccoli si possono ancora trovare in alcune parti del continente nordamericano».
Ultima, ma non per importanza, la specie dei Moa, animali ben più grandi rispetto alla media che hanno fatto parlare addirittura di un vero e proprio fenomeno di gigantismo insulare in Nuova Zelanda. Erano, infatti, degli uccelli di 12 piedi e pesanti fino a 230 kg, molto di più anche di struzzi e di emù! Ennesima curiosità di una lunga serie, che sicuramente arricchirà i viaggi di numerosi esploratori e turisti, sempre alla ricerca di segreti di ogni genere e, stavolta, accontentati dalla natura stessa e dalla sua varietà, naturalmente attraverso la riscoperta posterizzata ad opera della recente iniziativa inglese.
Eva Luna Mascolino
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