L’ostilità degli Stati Uniti verso la piattaforma cinese (che non è mai stata un segreto) inizia a concretizzarsi. Il Montana è il primo Stato occidentale a bandire dal suo territorio Tik Tok.
Tik Tok è una minaccia per la sicurezza nazionale, sia a livello del singolo cittadino sia che nel più ampio livello politico. È questa la posizione del governatore repubblicano Greg Gianforte, che ha deciso di bandire la piattaforma dall’intero territorio del Montana.
To protect Montanans’ personal and private data from the Chinese Communist Party, I have banned TikTok in Montana.
— Governor Greg Gianforte (@GovGianforte) May 17, 2023
Il provvedimento entrerà in vigore da gennaio 2024. Al momento non sono previste pene per i singoli utenti, che non subiranno alcuna sanzione se continueranno ad utilizzare la piattaforma. Sono invece previste aspre multe per gli app store: in caso di mancato rispetto della norma, dovranno pagare fino a 10.000$ al giorno.
Tik Tok è più volte finito nei mirini dei governi per il suo algoritmo che sembrerebbe creare dipendenza, mettendo a repentaglio la salute mentale dei propri utilizzatori. È stato proprio questo il motivo per il quale diversi paesi orientali, tra cui la stessa Cina, hanno imposto rigidi limiti di utilizzo per i più giovani utenti del social. Ma la più grave accusa, al momento, riguarda la raccolta dei dati degli utenti.
In realtà tutti i social che utilizziamo quotidianamente raccolgono i nostri dati personali: dalla posizione in cui ci troviamo, i link in cui clicchiamo alle nostre abitudini di acquisto. Tutte queste informazioni confluiscono nell’oceano dei Big Data andando nelle mani di aziende, analisti e così via. Secondo alcuni esperti, però, Tik Tok userebbe codici e protocolli in grado di raccogliere una mole di dati ben maggiore rispetto a qualsiasi altro social. E ciò che preoccupa i governi – in primis quello americano – è che questi dati potrebbero essere usati per scopi politici dal governo cinese, azionista di ByteDance (società che controlla Tik Tok).
Che l’America non sia particolarmente favorevole all’uso di piattaforme cinesi non è una novità. Già nel 2022 Tik Tok era stato “bannato” da tutti i dispositivi dei dipendenti di agenzie statali e federali, nel timore di tentativi di spionaggio da parte della Cina. E, ancor prima, non sono mancate lamentele e minacce da parte dell’ex presidente Donald Trump, che ha tentato più volte di bloccare Tik Tok e WeChat dal territorio statunitense, senza successo.
Questo è però il provvedimento più severo preso finora in Occidente , e probabilmente non resterà un caso isolato. È evidente la volontà del presidente Biden di seguire le orme di Trump nella sua “guerra digitale” contro la Cina. Quello del Montana potrebbe quindi essere una sorta di test da estendere in futuro agli altri 49 stati americani.
Nonostante il Montana abbia intrapreso questa strada in solitaria (almeno sulla carta), le rivolte di chi con Tik Tok ci guadagna da vivere non si sono fatte aspettare. Parliamo di tiktoker e content creator che si sono scagliati duramente contro la decisione del governatore Gianforte, dichiarando la loro intenzione di violare ogni futuro divieto. In particolar modo, l’argomentazione che è stata posta al centro della polemica è la paradossale politica statunitense che si preoccupa più del comunismo cinese che dell’uso spropositato delle armi, che ogni anno provoca stragi di innocenti.
Ma non sono solo parole: a distanza di un giorno dall’annuncio del provvedimento, 5 creators hanno già avviato una procedura legale nei confronti di Greg Gianforte. A prendere le loro parti è anche lo stesso Tik Tok, il cui portavoce ha affermato: «Il governatore Gianforte ha approvato una legge che viola i diritti del Primo Emendamento dei cittadini del Montana vietando illegalmente TikTok, una piattaforma che offre vantaggi a centinaia di migliaia di persone in tutto lo Stato. Vogliamo rassicurare i cittadini del Montana che possono continuare a usare TikTok per esprimersi, guadagnarsi da vivere e entrare in contatto con la community, mentre continuiamo a lavorare per difendere i diritti dei nostri utenti all’interno e all’esterno del Montana».
Alice Maria Reale
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.