«Non ci stupisce che la Lega chieda a Forza Italia, come condizione indispensabile per un accordo alle Regionali, di non votare le riforme che, prima, la stessa Forza Italia aveva sostenuto. Ci stupirebbe, e ci dispiacerebbe molto, se Forza Italia accettasse questo diktat, facendo nascere in Parlamento il futuro fronte del no estremista alle riforme che si manifesterà il prossimo anno al referendum confermativo». Così ha parlato il leader del Nuovo Centrodestra Alfano, riguardo alla decisione di Forza Italia di non votare il DDL Boschi. Questa decisione del paritito berlusconiano comporta un grande cambiamento sulle sorti della riforma costituzionale: con il mancato appoggio degli azzurri, il DDL Boschi non è completamente approvato alla Camera. Per essere approvata, infatti, la riforma avrebbe avuto bisogno di essere votata qui per un’ultima volta, per poi passare di nuovo ai voti di Senato e Montecitorio stessi. Adesso che gli azzurri si oppongono al DDL, anche la minoranza del PD li segue e Renzi sembra, così, non avere la base grazie alla quale ha potuto far passare la riforma al Senato e in prima votazione alla Camera.
Dal canto proprio, M5S non cambia la sua posizione e non prenderà parte alla votazione. La capogruppo del partito di Grillo, Fabiana Dadone, afferma: «Il provvedimento resta quello che è, accentra tutti i poteri nelle mani del governo, trasforma il Senato in un parcheggio di senatori part time che arriveranno da Regioni e Comuni, dove, come noto, l’incidenza della corruzione è più alta, si rischiano dunque scudi e immunità». La minoranza del PD, inoltre, chiede al premier di rivedere la riforma e modificarla. E il leader della sinistra interna Pippo CIvati rincara la dose: «Come hanno fatto Chiti e Tocci al Senato, così voterò anche io alla Camera. Non darò il mio voto alla riforma costituzionale. Lo faccio in ragione di una posizione “di merito” che accompagna le mie azioni dal gennaio del 2013. Lo faccio senza pensare alla questione delle correnti del Pd e ai rapporti con la segreteria, perché questa è la Costituzione».
In Parlamento, quindi, si è da poco creata un’opposizione eterogenea che, sembra essere la lotta di tutti contro uno, ovvero Matteo Renzi. Dopo le decisioni prese dai vari partiti, il premier e la Boschi saranno forse costretti a frenare la propria corsa.
Claudio Francesco Nicolosi
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