Secondo un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal Premier Matteo Renzi, l’Italia (seppur di poco) è in ripresa su tutti i fronti: «Il Paese non mi sembra fermo e al contrario vedo tanta energia. Dopo anni di palude, il Parlamento approva le riforme. L’Expo è una scommessa vinta contro il parere di molti. Gli indici di fiducia e i consumi tornano a crescere. Il turismo tira, in particolare al Sud. Si respira un clima di ripartenza. Dopo anni di segno negativo torniamo a crescere», così Renzi dichiara con toni particolarmente ottimistici che qualcosa si sta muovendo, dall’Expo fino alle assunzioni create dal Jobs Act.
Nell’agenda dell’esecutivo però bisogna ancora percorrere alcuni passi importanti, quali le unioni civili, la riforma del Senato e l’abolizione della tassa sulla prima casa. Provvedimenti, però, che sono in cantiere forse da fin troppo tempo, se escludiamo l’abolizione della tassa sulla prima casa (proposta risalente a circa due mesi fa). Questo ritardo nel mettere in atto misure già da troppo tempo annunciate, ha dato spunto agli avversari politici per tacciare Renzi come affetto da “annuncite”, ma al di là della satira politica e degli attacchi al governo, si presentano alcune ripercussioni concrete e decisamente negative. In merito alle unioni civili, infatti, la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia per violazione dei diritti di tre coppie omosessuali, mettendo in risalto in modo inequivocabile come ci si trovi indietro su questo provvedimento che è stato annunciato ormai da parecchi mesi, dentro il quale il governo sembra essersi impantanato. Sulla ripresa economica e l’aumento della produzione e del PIL, la smentita all’ottimismo di Renzi arriva dal fronte più inatteso, quello di Confindustria. Il presidente Squinzi ha infatti dichiarato che quelli degli ultimi mesi non possono essere realmente considerati veri segnali di ripresa, a causa anche dell’abbassamento del prezzo del petrolio; inoltre Squinzi auspica che il governo realizzi un taglio delle pratiche burocratico-amministrative che impediscono agli imprenditori di investire agevolmente, favorendo così la ripresa. Purtroppo per Renzi le polemiche non vengono mai a mancare, nonostante le numerose riforme compiute che sono sicuramente una nota che mette in risalto l’evidente lavoro del governo; infatti, in merito all’abolizione delle tasse sulla prima casa, il premier è stato duramente attaccato poiché si tratta di un provvedimento già affrontato e discusso da Berlusconi.
Pertanto, a conti fatti, sono numerosi i punti oscuri di questo governo che andrebbero chiariti: le riforme approvate riusciranno realmente a sbloccare il Paese dando più lavoro e opportunità oppure anche nei mesi seguenti verrà fuori che l’Italia non è ancora in ripresa? I tanti provvedimenti annunciati verranno concretizzati in maniera efficace o avranno soltanto un fine propagandistico? La riposta, ad oggi, è ancora molto poco chiara e il “prezzo” viene pagato da chi ha realmente bisogno che l’Italia ce la faccia. Il premier Matteo Renzi sembra spavaldo, tanto da rilasciare queste dichiarazioni: «Il mio obiettivo non è stare simpatico. È lasciare una macchina pubblica capace finalmente di funzionare. Tutto il resto è fuffa. Mi chiedono: ma fai il bravo con i giornalisti, frequenta di più i sindacati, non scontentare gli imprenditori, preoccupati della minoranza del PD. Tutto giusto, per carità. Ma io devo preoccuparmi soprattutto della maggioranza degli italiani. So che fanno il tifo per noi anche persone che magari non mi voteranno mai. Ma sanno che lo sforzo di questo governo è lo sforzo di un Paese intero. E quindi ci danno una mano. L’Italia sta tornando. Non sprecheremo questa opportunità»; avrà ragione?
Francesco Laneri
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