Parlando di sperimentazioni sugli animali si è consapevoli di toccare uno dei tasti dolenti dell’opinione pubblica italiana: che a farlo siano mass media, politici o comuni cittadini si correrà sempre il rischio di trovare pareri discordanti, spesso senza essere in grado di giungere a una soluzione. Sebbene la legge italiana preveda l’obbligo di sperimentare i farmaci sugli animali prima di somministrarli agli esseri umani, in molti chiedono la motivazione per cui non s’insista con metodi alternativi, che non prevedano “sacrificio” di esseri viventi, aiutando nel contempo a preservare la salute umana.
Il dibattito è stato riacceso lo scorso 5 maggio in Senato durante l’approvazione di quattro mozioni – due presentate dal M5S e altrettante dal PD – che spingono verso la promozione della cultura contro il maltrattamento degli animali. Il Governo dovrà quindi impegnarsi per ridurre il gap con l’Europa, anche in considerazione di quanto stabilito dal Trattato di Lisbona nel quale gli animali sono stati riconosciuti come “esseri senzienti”. Il testo di legge prevede, tra l’altro, un aumento dei controlli lungo tutta la filiera produttiva, in modo tale da limitare abusi o maltrattamenti, e la promozione di nuove leggi in tema di spettacoli viaggianti, ai quali sono stati progressivamente tagliati i fondi a opera del Governo fino all’azzeramento previsto nel 2018. Si cercherà approfittando della luce emanata dal grande “faro” chiamato EXPO, inoltre, d’inserire tra gli spazi espositivi il tema del benessere animale, già presente all’interno della Carta di Milano pronta a essere sottoscritta dai ministri dell’Agricoltura dei Paesi partecipanti il prossimo 4 giugno.
La polemica è stata tuttavia animata da un altro punto cruciale del testo, in cui si parla di «investire nella ricerca su metodi sostitutivi alla sperimentazione animale e promuoverne l’utilizzo». L’opposizione è stata immediata soprattutto da parte della senatrice a vita Elena Cattaneo, secondo la quale «si rischia un peggioramento della salute dei nostri figli e nipoti». Per la senatrice è proprio grazie agli esperimenti sugli animali che è stato possibile salvare nel passato milioni di vite umane: l’errore principale sta nel paragone tra sperimentazione animale e crudeltà. Secondo Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, è necessario insistere sui metodi alternativi: «Non crescono sugli alberi, bisogna crederci, finanziarli, diffonderli».
Le mozioni hanno scatenato le preoccupazioni di molti scienziati che, come Elena Cattaneo, temono che lo stop alle sperimentazioni possa provocare nel nostro Paese un ritardo difficilmente recuperabile nei confronti del resto del mondo. Ancora una volta si affronta un problema dalla complicata soluzione: alcuni uomini pensano che la loro vita sia più importante rispetto a quella animale, altri sarebbero pronti a dare la propria pur di difendere la vita di un altro essere vivente; si riuscirà un giorno a trovare un accordo?
Claudio Pennisi
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