Ore contate per Carles Puigdemont, l’ex Presidente della Generalitat catalana e poi destituito dopo l’applicazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola ad opera di Mariano Rajoy. Il simbolo dell’indipendentismo catalano è accusato di ribellione, un reato che comporta secondo la legislazione spagnola fino ai 30 anni di reclusione. Dopo una fuga in Belgio, Puigdemont si è dichiarato pronto a sottoporsi alla giustizia, secondo quanto dichiarato dallo stesso politico tramite il profilo Twitter. Dopo la formale dichiarazione di indipendenza del Parlamento catalano e il commissariamento delle maggiori autorità autonomiste, il Belgio si era dichiarato ad accogliere gli esponenti politici catalani ricercati dalla polizia spagnola. Tuttavia, dopo l’emissione del mandato d’arresto europeo, Puigdemont sarà a breve sottoposto a processo.
Il mandato d’arresto, emesso da uno dei Paesi membri dell’Unione Europea, permette di ottenere la consegna di un cittadino dello stato richiedente per sottoporre quest’ultimo all’azione penale per reati che prevedono una pena detentiva non inferiore a 12 mesi. Lo stato belga, pertanto, dichiaratosi apertamente a tutela di Puigdemont e dei suoi fedelissimi, non può opporsi adesso alla richiesta dello stato spagnolo, la cui magistratura ha emesso il mandato di cattura internazionale. Durante la giornata di ieri, a Bruxelles, Carles Puigdemont si è recato in commissariato consegnandosi alle autorità. Ad accompagnarlo vi erano Clara Ponsati (ex ministro all’istruzione), Meritxell Serret (agricoltura), Lluis Puig (cultura) e Antoni Comin (salute).
La presa in custodia degli uomini in questione è avvenuta intorno le 9 del mattino della domenica appena trascorsa, evitando così che la polizia belga procedesse all’arresto. Una volta sottoposti a misure restrittive della libertà personale, un giudice disporrà di 24 ore per decidere il da farsi. Entro la giornata di oggi verrà adottata la decisione definitiva. Nel frattempo in Spagna le fiamme della Catalogna indipendente non si sono ancora estinte,nonostante l’imminente condanna del loro leader. Rimane quindi da chiedersi in che modo la rabbia e il dissenso del popolo catalano potranno tradursi in azioni concrete, ora che i vertici dell’indipendentismo si trovano all’interno degli uffici giudiziari di Bruxelles in attesa di un verdetto.
Francesco Laneri
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