Flat tax, pensioni e aumento dell’Iva: gli obiettivi e le coperture delle riforme economiche previste dal Governo.
Si è concluso ieri il vertice di Governo fra il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri Di Maio, Salvini e Tria a Palazzo Chigi per discutere della Manovra di Bilancio. Il termine ultimo per approvare la Finanziaria è il prossimo 15 ottobre e i temi sul tavolo si fanno sempre più concreti. Primi fra tutti spiccano il reddito di cittadinanza e la flat tax, difesi a spada tratta rispettivamente dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.
Il reddito di cittadinanza, punto nodale della campagna elettorale pentastellata, dovrebbe diventare operativo a partire dal 2019. L’intenzione dell’esecutivo è quella di partire da un riordino dei Centri per l’impiego (costo di 2 miliardi di euro), con il contemporaneo adeguamento delle pensioni minime a 780 euro (costo totale di 5 miliardi) e l’erogazione di un sostegno economico a coloro che vivono sotto la soglia di povertà (spesa di 10 miliardi). Per quanto riguarda, invece, la flat tax, la riforma fiscale contemplata nel programma di governo, prevede un’aliquota fissa al 15% per i redditi fino a 80mila euro e al 20% per quelli superiori. Come per il reddito di cittadinanza si è stabilita un’introduzione graduale per non gravare sul bilancio. Tuttavia, il tetto stimato per la riforma si aggirerebbe attorno ai 3,5 miliardi di euro.
Altro punto nevralgico è quello che riguarda le pensioni, con l’obiettivo, dichiarato da Matteo Salvini durante tutta la campagna elettorale, di superare la legge Fornero. Protagonista della Legge di Bilancio 2019 sarà probabilmente la Quota 100. La riforma dovrebbe consentire a coloro che hanno raggiunto, appunto, la quota 100 – dall’età anagrafica di 62 anni e 38 anni di contributi – di andare in pensione. Per il primo anno si è stimata una spesa di circa 7-8 miliardi di euro, ma si stanno esaminando diverse modalità di introduzione così da ridurre i costi. Fra le misure più papabili vi è l’utilizzo della quota 100 come strumento di gestione degli esuberi, rendendo modulabili i requisiti anagrafici e contributivi. Un diverso utilizzo è la possibilità di introdurre ulteriori limiti rispetto a quello anagrafico, prevedendo un ricalcolo interamente contributivo.
L’ultimo capitolo riguarda l’aumento dell’Iva, le cui aliquote per legge sono destinate ad aumentare fino al 25%, con il nuovo anno. Con la Legge di Bilancio dovrebbero essere stanziati circa 12,5 miliardi di euro per evitare l’aumento della tassa sui consumi. Con la riforma, inoltre, verrà attuata anche una riduzione delle accise sui carburanti. Per quanto concerne, infine, la pace fiscale, è prevista una misura atta alla riduzione di imposte dovute a relative sanzioni a carico di imprese e privati che hanno delle pendenze con l’AeR (Agenzia delle Entrate Riscossione), l’ex Equitalia. Parte delle risorse per i finanziamenti arriveranno dalla sanatoria fiscale, per cui sarà stabilita un’aliquota fissa intorno al 20%, eliminando così le aliquote differenziate per fasce di reddito che consentivano ai meno abbienti di pagare il 6% del dovuto.
Francesca Santi
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