A un anno dal rapimento delle 276 studentesse nigeriane, rapite nell’aprile del 2014 a Chibok (nello Stato africano del Borno) dal gruppo terroristico Boko haram, il nuovo Presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, esprime tutto il suo rammarico per non essere ancora riuscito a riportare a casa le studentesse. «Non sappiamo se le ragazze di Chibok possono essere salvate, la loro posizione resta sconosciuta, per quanto io possa desiderarlo, non posso promettere che le troveremo – dichiara il capo di Stato – Ma come dico a ogni familiare, parente e amico, il mio governo farà tutto quello che è in suo potere per riportarle a casa».
È evidente che nonostante sia passato un anno, durante il quale l’esercito nigeriano si è mobilitato per sferrare continui attacchi contro l’avanzata di Boko Haram – vera e propria organizzazione terroristica che dal 2009 conduce una campagna di terrore nel nord-est della Nigeria attraverso attacchi suicidi e rapimenti di donne e bambini, costretti a convertirsi all’Islam seguito da tale gruppo estremista – le ragazze rapite nel 2014 sono ancora nelle mani dei loro aguzzini. A tale proposito, l’esercito nigeriano ha smentito la notizia comunicata alla stampa dal presidente del Consiglio locale di Chibok, Mallam Lawan Bana, del rilascio di 4 liceali appartenenti al gruppo delle studentesse rapite un anno fa in una scuola femminile. Secondo, infatti, il portavoce dell’esercito, il generale Chris Olukolade, le ragazze liberate farebbero parte di un altro gruppo di ragazze rapite dallo stesso gruppo terroristico Boko Haram.
Tra le donne liberate nelle ultime settimane, alcune hanno cominciato a parlare delle violenze e della forte pressione psicologica subita durante la prigionia: «Ogni giorno assistevamo alla morte di una di noi e aspettavamo il nostro turno», spiega Asama Umoru, una sopravvissuta. «Quando si sono resi conto che aspettavo un bambino, mi hanno detto che ero stata messa incinta da un infedele (il marito) e poi lo hanno ucciso». «Ti daremo in moglie al nostro comandante una settimana dopo che avrai partorito» è quanto racconta Lami Musa, un’altra sopravvissuta alla prigionia.
Dall’anno di fondazione ad oggi, Boko Haram ha rapito e ucciso diverse migliaia di nigeriani, soprattutto donne e bambini, portando avanti l’idea della lotta giusta contro l’Occidente; “l’educazione dell’Occidente è proibita”, questo significa Haram. Alla luce di ciò e della recente affiliazione di tale gruppo terroristico nigeriano all’IS (Stato Islamico), ci si dovrebbe chiedere se il Presidente nigeriano, insieme agli eserciti del Ciad, Niger e Camerun, riuscirà a fermare l’avanzata del terrore senza l’aiuto dell’Occidente.
Ester Sbona
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