La legittima difesa è sicuramente il tema che più sta animando il dibattito politico del Paese, dando vita a non poche polemiche. Dopo la bocciatura al Senato, il disegno di legge è stato messo fortemente in discussione da tutte le forze politiche; mentre cresce la preoccupazione dell’Associazione Nazionali Magistrati, la quale considera il provvedimento come una misura che deriva dalla sfiducia verso la legge e l’attività giudiziaria. «Questa iniziativa legislativa nasce da una sfiducia per il modo in cui i giudici applicano le norme esistenti» ha dichiarato Albamonte, presidente Anm. Il testo normativo, criticato anche da alcuni esponenti del Partito Democratico tra i quali lo stesso Matteo Renzi, prevede una modifica agli articoli 52 e 59 del codice penale. Il ddl in primo luogo estende i casi di legittima difesa a tutte le ipotesi in cui si subisca un’aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa di notte o vi sia un’introduzione con minaccia, inganno o violenza. D’altra parte, il testo esclude la colpa dell’agente se lo sparo verso l’aggressore, per ragioni di pericolo per la vita e la libertà personale o sessuale, è conseguenza di un grave turbamento psichico causato dall’aggressore medesimo.
Il punto maggiormente contestato della nuova riforma attiene alla modifica dell’articolo 52, che autorizzerebbe la legittima difesa nei casi già citati soltanto nelle ore notturne. Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e parte del Partito Democratico hanno ampiamente contestato questo elemento, definendolo un vero e proprio pasticcio da correggere immediatamente. Sinistra Italiana, invece, critica in toto il provvedimento, mentre Roberto Speranza (MdP) afferma che la legittima difesa trasformerebbe il Paese in un Far West. Della stessa opinione è il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per il quale «il problema della sicurezza non si risolve armando i cittadini».
Su un piano diverso si articola, invece, la polemica animata dalle toghe della magistratura, secondo le quali la norma finirebbe col limitare l’autorità dei giudici. «L’intenzione è quella di ridurre gli spazi di discrezionalità dei giudici, ma invece sono stati introdotti elementi, come quello sul “grave turbamento psichico”, che ampliano questo spazio»: così Albamonte smorza i toni, ma senza dissimulare il suo disappunto. Sul limite temporale notturno, invece, il Presidente di Anm non si esprime, dichiarando: «Io sono abituato a commentare le norme scritte. Vedremo se questo punto sarà modificato». Non resta, di conseguenza, che attendere eventuali risvolti che dovrebbero arrivare nelle giornate dalle aule del Parlamento.
Francesco Laneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.