Dopo tre anni la Camera approva la legge sui minori stranieri non accompagnati. 375 voti a favore, 13 contrari (Lega Nord) e 41 astenuti (Fi, Cor e Fd9)
In gergo tecnico li chiamano Msna (minori stranieri non accompagnati), ma sarebbe più adatto definirli giovani, di età generalmente compresa fra i 14 e i 17 anni, che scappano in massa dai loro paesi più preoccupati di fuggire dal presente piuttosto che di costruirsi un futuro. La maggior di loro proviene dall’Africa subsahariana, dalla Nigeria, dal Gambia, dall’Egitto, o ancora da Oriente, dall’Afghanistan, dal Pakistan, dall’Iraq ‒ solo nel 2016 sono stati quasi 25 mila i minori non accompagnati sbarcati sulle nostre coste. Identità e storie diverse, ma un desiderio comune: quello di ricominciare, lontano dalla miseria, dalla guerra, o semplicemente lontano da una terra natia incapace di garantire loro un futuro. Allora ecco che, prima ancora di finire la scuola, si trovano in balia di un viaggio, di una tratta che ha ben poco di salvifico, al termine della quale vi è solo il vortice burocratico delle leggi italiane ad attenderli. Per quanto concerne i dati raccolti l’anno scorso, infatti, degli oltre 25mila minori non accompagnati, almeno uno su quattro è diventato irreperibile.
Nel 2013, dopo il naufragio che a Lampedusa contò 360 vittime, la parlamentare Pd Sandra Zampa, vicepresidente della Bicamerale Infanzia e Adolescenza, avanzò un disegno di legge che disciplinasse le norme vigenti in materia di minori stranieri non accompagnati, ma dopo un primo momento di entusiasmo da parte dell’intero arco costituzionale, la proposta si è arenata. Solo ora, dopo oltre tre anni di stallo in un cassetto della Commissione Affari Istituzionali della Camera, il ddl Zampa è stato approvato in via definitiva, consentendo così di istituire un sistema nazionale organico di protezione e accoglienza dei MSNA teso a rafforzare e migliorare gli strumenti di tutela già offerti dall’ordinamento italiano, garantendone l’applicazione su tutto il territorio nazionale. Il provvedimento, che nell’Aula di Montecitorio ha raccolto 375 voti a favore, 13 contrari (Lega Nord) e 41 astenuti (Fi, Cor e Fd9), determina, inoltre, che i bambini e i ragazzi non ancora maggiorenni arrivati in Italia senza una famiglia, non possano essere respinti, ma abbiano gli stessi diritti dei loro coetanei europei.
In primis vengono regolamentate le modalità e le procedure di accertamento dell’età e di identificazione, garantendone l’uniformità a livello nazionale. In precedenza, infatti, non vi era alcun provvedimento che legiferasse in merito all’attribuzione dell’età. Viene, poi, regolato il sistema di accoglienza, integrato fra strutture di prima accoglienza dedicate esclusivamente ai minori, i quali vi possono risiedere per non più di 30 giorni. Si aggiunge un sistema di protezione per richiedenti asilo e minori non accompagnati, con strutture diffuse in tutto il territorio e verrà attivata una banca dati nazionale in cui far confluire la “cartella sociale” del minore che lo accompagnerà durante tutto il suo percorso di integrazione.
La legge, inoltre, prevede per tutti la necessità di svolgere indagini familiari da parte delle autorità competenti nell’interesse del minore e disciplina le modalità di comunicazione degli esiti delle suddette indagini sia al minore che al tutore. In più, la competenza sul rimpatrio assistito passa da un organo amministrativo, ossia la Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale, ad un organo costituzionalmente dedicato alla determinazione dell’interesse dei ragazzi, quindi il Tribunale per i minorenni. Il ddl cancella i permessi di soggiorno inutilizzati, come il permesso di soggiorno per affidamento, attesa affidamento o integrazione del minore, mantenendo semplicemente i soli permessi di soggiorno per minore età e per motivi familiari e sarà il soggetto stesso a poter richiedere direttamente il permesso di soggiorno rivolgendosi alla questura competente. Inoltre, entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, ogni tribunale per i minorenni dovrà redigere un elenco di “tutori volontari” disponibili ad assumere la tutela anche dei minori stranieri non accompagnati, al fine di assicurare ad ognuno una figura di riferimento adeguatamente formata.
Non solo, la legge promuove anche lo sviluppo dell’affido familiare come strada prioritaria di accoglienza e prevedere maggiori tutele per il diritto all’istruzione e alla salute. Sono state, infatti, inserite, nel ddl misure che permettano di superare gli impedimenti burocratici che fino ad ora non avevano consentito ai minori non accompagnati di esercitare a pieno i propri diritti; primo fra tutti la possibilità di procedere all’iscrizione al servizio sanitario nazionale anche prima della nomina del tutore, o di acquisire i titoli conclusivi di studio, anche senza un permesso di soggiorno, al compimento della maggiore età. Viene introdotta anche la facoltà, esercitata oggi sulla base di un vecchio Regio Decreto, di supportare il neomaggiorenne fino ai ventuno anni di età laddove necessiti di un percorso più lungo di integrazione.
Per la prima volta, infine, sono sanciti, anche per i minori stranieri non accompagnati, il “diritto all’ascolto” nei provvedimenti amministrativi e giudiziari in cui sono coinvolti e l’assistenza legale, permettendo loro di avvalersi del gratuito patrocinio a spese dello Stato. È concesso, inoltre, alle associazioni di tutela di ricorre in sede di giurisdizione amministrativa per annullare atti della Pubblica Amministrazione ritenuti lesivi dei diritti dei MSNA. In ultimo, la legge dedica una particolare attenzione a coloro i quali sono vittime di tratta e sul fronte della cooperazione internazionale l’Italia si impegna a favorire un approccio integrato per la tutela e la protezione dei minori. All’indomani della votazione alla Camera è stata espressa grande soddisfazione da parte della Caritas e di altre associazioni e organizzazioni (Amnesty International, Emergency, Medici Senza Frontiere, Save the Children, …), poiché, come si è fatto notare in un comunicato «si tratta del primo provvedimento organico in Europa dedicato alla protezione dei minori non accompagnati», con l’auspicio che tale legge possa essere di esempio anche negli altri Paesi dell’Unione Europea.
Francesca Santi
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