Negli istanti successivi ai drammatici attentati che hanno messo Parigi a ferro e fuoco, la comunità internazionale ha iniziato a tracciare le basi per un programma comune nella lotta al terrorismo di matrice islamica. Sono numerosi gli spunti di riflessione politica che hanno caratterizzato il recente vertice di Antalya. Un dialogo costante tra i leader mondiali e una maggiore collaborazione tra i servizi d’Intelligence dei Paesi occidentali rappresenta una priorità, in quanto è concreto il timore che il sanguinoso attacco alla capitale francese non sia un episodio isolato.
Nel frattempo, si discute sui provvedimenti da attuare per privare il sedicente Stato islamico dei principali canali di finanziamento. Le misure antiterrorismo prevedono, inoltre, un’ampia azione di contrasto alla propaganda di stampo jihadista, che influenza il reclutamento di miliziani volontari tra le file dell’ISIS. Il prolificare del fenomeno dei cosiddetti foreign fighter costituisce una minaccia, pertanto i servizi segreti sorveglieranno i soggetti sensibili. I leader del G20 convengono, per di più, nel ribadire la posizione centrale dell’ONU in un momento particolarmente delicato per la stabilità mondiale.
Gabriele Mirabella
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