Giorgio Napolitano da circa quattro mesi era ricoverato in una clinica a Roma. Le sue condizioni di salute erano peggiorate e ormai l’ex presidente non era più attaccato alle macchine che gli permettevano di respirare con regolarità. L’ex senatore a vita è divenuto il primo nella storia ad essere eletto due volte: 2006 e 2013, per abbandonare la carica nel 2015. È stato il primo esponente politico proveniente dal PCI a divenire presidente della Repubblica, e terzo napoletano dopo De Nicola e Leone. Aveva 98 anni.
Napolitano nasce a Napoli, nel 1925, ed è figlio di Giovanni Napolitano e Carolina Bobbio, napoletana ma di origini piemontesi. Appassionato da sempre di letteratura e teatro, inizierà ad entrare in punta di piedi nel mondo della politica negli ’40, durante gli anni della guerra. Comincerà a scrivere per un giornale del Gruppo Universitario Fascita (GUF) chiamato IX Maggio, e avrà una sua rubrica dedicata interamente al teatro.
Erano gli anni in cui la destra era ormai sull’orlo del baratro, e iniziava ad incalzare la sinistra, soprattutto grazie alla resistenza italiana. Così il giovane Napolitano iniziò a stringere amicizie con vari membri del nuovo gruppo comunista napoletano, tra cui Massimo Caprara. Un gruppo a cui l’ex presidente della Repubblica si legherà parecchio, e che influenzerà molto le sue visioni politiche.
In seguito diverrà membro del PCI, Partito Comunista Italiano, di cui è segretario sia a Napoli che a Caserta, e nel 1947 si laurea in giurisprudenza. La sua tesi tratterà di economia politica dal titolo: Il mancato sviluppo industriale del Mezzogiorno dopo l’Unità e la legge speciale per Napoli del 1904.
Successivamente sarà eletto deputato del PCI, ed in quell’anno l’Ungheria verrà invasa dall‘Unione Sovietica. I soldati sovietici avevano il compito di fermare la rivolta ungherese, ma il PCI condannerà quel gesto come controrivoluzionario. Napolitano, appoggiando le idee di Palmiro Togliatti e criticando le parole di Antonio Giolitti, elogerà quell’intervento da parte dell’URSS.
Un elogio che, in seguito, si pentirà di aver fatto. Negli anni a venire la rivoluzione antisocialista ungherese verrà considerata legittima e, proprio da quell’episodio, si cercherà di dare una nuova prospettiva al comunismo: quella democratica. Appoggiare quell’insurrezione da parte dei sovietici rimane per Napolitano, secondo le sue parole, un grave tormento autocritico.
Nel 1964 diviene uno degli esponenti più importanti del Partito Socialista Italiano, e nel corso degli anni si occuperà dei problemi della cultura in Italia. Scriverà anche un libro intervista nel famoso periodo della solidarietà nazionale trattando temi come l’economia e il sindacato.
Negli anni ’70 Napolitano avrà di modo di poter affrontare varie conferenze riguardo la filosofia politica della socialdemocrazia. Il sogno di Napolitano era di rimodernare il PCI cercando di portare migliorie nel partito. Uno dei suoi obiettivi in nome del socialismo democratico era migliorare le condizioni lavorative della classe operaria di tutta Italia.
Altro sogno nel cassetto era indirizzare il PCI verso una visione più europeista e contrastando questa volta le scelte politiche dell’URSS, protagonista di una nuova invasione, quella afghana. Inoltre si fece spesso mediatore tra i contrasti avvenuti all’epoca tra PCI e PSI, il quale vide protagonista da una parte Enrico Berlinguer, e dall’altra Bettino Craxi.
Nel 1992 divenne presidente della Camera dei Deputati, dove uno dei suoi primi incarichi fu trattare la legislatura di Tangentopoli. Carlo Azeglio Ciampi, nel 2005, lo poclamò senatore a vita, mentre il 10 maggio del 2006 venne eletto presidente della Repubblica, carica che ricoprirà fino al 2013. Sempre nello stesso anno, sarà votato nuovamente presidente della Repubblica, rinunciando all’incarico nel 2015.
La vita politica di Giorgio Napolitano è contornata anche di varie controversie. Una delle critiche fatte nei suoi confronti è l’essere stato troppo accondiscente nei confronti Berlusconi, colpevole di aver firmato in Parlamento leggi proposte dal governo. Altre critiche ricevute da lui vanno dagli attentati contro la costituzione da parte del M5S, sulle vicende della trattativa Stato-Mafia. Una figura amata ma anche molto criticata dai cittadini.
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Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.